Le indagini nell'Operazione Deserto sono iniziate nel settembre del 2014 come diramazione di un'altra inchiesta e riguardano un servizio di raccolta rifiuti svolto nell'area di Venezia tra il 2009 e il 2015. Secondo gli inquirenti, uno dei tre arrestati avrebbe assegnato in modo illecito tramite assegnazione diretta alla Busato Autotrasporti servizi di svuotamento dei contenitori adibiti alla raccolta differenziata di vetro, plastica e lattine e al loro trasporto nei posti di smaltimento.
Per giustificare la scelta di questa azienda, nel 2014 l'indagato ha sostenuto che l'azienda di trasporto avrebbe usato nel servizio un apparato per lo scarico dei rifiuti omologato e brevettato, mentre gli inquirenti affermano che al tempo dell'assegnazione la Busato non aveva il brevetto, richiesto nel 2013 e rilasciato ad un'altra società nel 2016, ossia dopo l'assegnazione della gara.
Inoltre, gli inquirenti sostengono che l'azienda di autotrasporto non poteva comunque svolgere questo servizio, "per carenza dei requisiti tecnici, essendo, all'atto dell'affidamento, iscritta all'Albo dei Gestori Ambientali per poter svolgere unicamente il servizio di raccolta e trasporto di rifiuti urbani a favore di una popolazione complessivamente inferiore a 5000 abitanti e, pertanto, non per il Comune di Venezia", si legge in una nota della Guardia di Finanza. Gli inquirenti accusano che l'indagato per l'assegnazione dei servizi avrebbe ricevuto dall'azienda di trasporti 51.500 euro con periodicità mensile dal 2011 a 2015.
L'inchiesta ha coinvolto anche la Plan-Eco, l'azienda che ha smaltito i rifiuti dal 2009 al 2015, accusata di avere svolto il servizio "per importi superiori alla soglia oltre la quale è previsto l'obbligo di esperire una gara ad evidenza pubblica, motivando tale scelta per ragioni d'urgenza, prolungandone poi l'affidamento con continue proroghe, nelle more dell'indizione del previsto bando di gara". In questo caso, l'azienda avrebbe pagato 100mila euro all'assegnatario del servizio.
Al termine dell'indagine, la Procura ha posto sotto indagine undici persone e la mattina del 14 marzo ha applicato misure cautelari a tre di loro con carcere per il presunto corruttore e per la responsabile commerciale della Plan-Eco e domiciliari per il rappresentante legale della Busato Autotrasporti. I reati contesti sono, a vario titolo, corruzione, abuso d'ufficio e turbativa d'asta. Inoltre è stato attuato il sequestro preventivo di valori per 302.500 euro, che corrispondono al profitto della corruzione.
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