La conversione in Legge della cosiddetta Manovrina ha portato al testo originale alcuni emendamenti dedicati all'autotrasporto, che accolgono diverse richieste avanzate dalle associazioni di categoria per contrastare la concorrenza sleale e l'abusivismo, snellire alcuni oneri amministrativi, istituirei fondi a favore dell'intermodalità e fornire ulteriori stanziamenti per le riduzioni compensate dei pedaggi autostradali e interventi a sostegno della sicurezza stradale.
In una nota congiunta diramata il 26 giugno 2017, Anita e Confindustria ritengono positivi tali provvedimenti. Il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, apprezza "l'introduzione di misure che, pur essendo a costo zero per lo Stato, rappresentano un incentivo concreto allo sviluppo dell'intermodalità e favoriscono l'operatività quotidiana delle imprese. La possibilità di tenere a bordo del veicolo una copia del libretto di circolazione per rimorchi e semirimorchi riduce i costi e gli oneri burocratici per il rilascio dei duplicati e agevola così l'utilizzo di tali veicoli su treno e nave. La maggiore altezza di 4,30 metri concessa ai semirimorchi utilizzati nell'intermodale equipara finalmente l'altezza di tutte le UTI".
Il presidente del Comitato Tecnico di Confindustria su Logistica, Trasporti, Economia del mare di Confindustria, Guido Ottolenghi, si sofferma sugli incentivi al trasporto intermodale: "Lo shift intermodale rappresenta una soluzione strategica dell'attuale sistema trasportistico italiano, nell'ottica di un trasporto merci più efficiente ed economicamente più sostenibile, volto al potenziamento della catena logistica e alla riduzione di ingenti costi diretti e indiretti (incidentalità, congestione, inquinamento acustico ed atmosferico) per operatori, utenti finali e per la collettività. Dobbiamo, pertanto, dare atto al Governo e al Parlamento di aver saputo ben interpretare questa visione dell'intermodalità come volano per la crescita del Paese".
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