"Alis esce dagli schemi dell'associazionismo tradizionale e oggi vanta circa 1200 aziende associate, rappresenta oltre 125mila dipendenti, oltre 80mila camion e 120 linee di autostrade del mare" ha affermato Guido Grimaldi, presidente dell'associazione, al primo convegno organizzato dall'associazione e tenutosi ieri 17 luglio a Napoli. Dopo una prima fase di raccolta di nuove adesioni, Alis è ora pronta a compiere un altro passo in avanti sedendosi al Tavolo dell'autotrasporto che regolarmente si confronta con i decisori politici.
"Per accedere a questo tavolo era necessario come requisito che ci costituissimo sotto forma di confederazione e lo abbiamo appena fatto: è nata ConfAlis e fra pochi giorni chiederemo di essere convocati al tavolo per portare le nostra istanze", ha proseguito Grimaldi. "Il nostro interesse e quella dell'intera logistica italiana è quello di fare sistema per rendere più competitive le aziende italiane e permettere alla popolazione di acquistare merci a prezzi migliori".
Insomma sta lentamente prendendo forma quel progetto di associazione che in tanti avevano previsto e che nel giro di un anno ha saputo stravolgere gli equilibri dell'associazionismo italiano in materia di trasporti e logistica, proponendosi come un nuovo strumento di rappresentanza politica ed economica dove trovano spazio diverse modalità di trasporto (stradale, ferroviaria e marittima) oltre che rappresentanti di infrastrutture (porti, retroporti, interporti).
La nuova frontiera in questo comparto è la sostenibilità ambientale e il Gruppo Grimaldi, promotore e socio fondatore di Alis, è stato fra i primi a percorrere questa strada per lanciare un nuovo modello di associazionismo che sapesse offrire nuove prospettive a chi era scontento delle associazioni di categoria esistenti finora. Al punto che oggi parole come intermodalità, riduzione delle emissioni ed energie rinnovabili sono i requisiti fondamentali per chi vuole lavorare con le grandi imprese, accedere ai progetti di co-finanziamento comunitari e ottenere credito a buon prezzo.
Lo ha confermato anche la Banca europea per gli investimenti intervenuta al convegno di Napoli nella persona di Jacopo Lensi che ha dichiarato: "Ogni anno finanziamo progetti nei porti per circa 2,5 miliardi su un totale di 5,5 miliardi erogati in totale all'Italia. Alla Bei i progetti che hanno l'obiettivo di ridurre le emissioni piacciono moltissimo, finanziamo fino al 50% dell'investimento, su orizzonti temporali lunghi (20-30 anni) e con un pricing competitivo (Euribor più 70 punti base) nel caso ad esempio di una compagnia di navigazione che opera navi in giro per il mondo".
Fra i nuovi progetti in tema di sostenibilità presentati in occasione del convegno, oltre alla nuova serie di navi che verranno costruite da Grimaldi, c'erano i mezzi stradali di Iveco alimentati a gas naturale liquefatto, una manifestazione d'interesse avviata dal porto di Napoli per la realizzazione di un deposito di Gnl e anche lo spostamento dal trasporto stradale a quello marittimo delle merci che il Gruppo Veronesi trasporta dalla provincia di Verona al proprio stabilimento in Puglia, o dei prodotti che Acqua Sant'Anna spedisce in meno di 24 ore da Vinadio (Cuneo) al bacino regionale siciliano.
Cosa rende i trasporti combinati appetibili lo spiega Emanuele Grimaldi dell'omonima compagnia di navigazione: "Oggi trasportare un camion da Salerno a Valencia costa il 50% in meno rispetto all'alternativa del trasporto tutto-strada". Sempre in occasione del convegno di Alis Francesco Benevolo, direttore di Ram (rete autostrade mediterranee) ha annunciato che fra pochi giorni verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ed entrerà dunque in vigore, il testo normativo del nuovo ferrobonus destinato al trasporto combinato strada-rotaia. A breve distanza seguirà anche il provvedimento che riguarda il marebonus, strumento di incentivo al trasporto combinato strada-mare.
Nicola Capuzzo
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