Dopo le richieste delle associazioni dell'autotrasporto e dei sindacati degli autisti, espresse anche in alcune audizioni al Senato, la politica si sta muovendo per attuare un'altra forma di contrasto al dumping sociale degli autisti, ossia il divieto di svolgere il riposo settimanale di 45 ore nel camion, che già vige da un paio d'anni in Francia, Belgio e Germania Per ora è solo un emendamento all'articolo 9 presentato dai senatori Altero Matteoli (presidente dell'ottava commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni) e Stefano Esposito (anch'egli dell'ottava Commissione) durante la conversione in Legge del ddl 2860 (il cosiddetto decreto per il Mezzogiorno).
Il testo dell'emendamento aggiunge il comma 7-bis all'articolo 174 della Legge 285 del 30 aprile 1992, che recita: "È vietato effettuare a bordo del veicolo il riposo settimanale regolare di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera h) del Regolamento (CE) n. 561/2006. Il conducente che effettua a bordo del veicolo il riposo settimanale regolare di cui al precedente periodo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 327 a euro 1.304. Quando al momento del controllo viene accertato che il conducente sta fruendo di un periodo di riposo regolare, la sua presenza a bordo costituisce elemento sufficiente a constatare che il conducente medesimo effettua il riposo in violazione del presente comma".
L'emendamento cambia anche il comma 14 della 285/1992, ossia quello che stabilisce la corresponsabilità dell'azienda. Con tale modifica, l'intero comma sarebbe così riscritto (in corsivo la parte nuova): "L'impresa che nell'esecuzione dei trasporti non osserva le disposizioni contenute nel regolamento (CE) n. 561/2006, ivi compreso il fatto che non abbia organizzato il lavoro dei conducenti di cui si avvale o non abbia vigilato per evitare che gli stessi non effettuino il riposo settimanale regolare a bordo del veicolo, ovvero non tiene i documenti prescritti o li tiene scaduti, incompleti o alterati, è soggetta alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 327 a euro 1.304 (2) per ciascun dipendente cui la violazione si riferisce, fatta salva l'applicazione delle sanzioni previste dalla legge penale ove il fatto costituisca reato".
In questa fase, l'emendamento deve essere approvato dal Senato e poi dalla Camera, quindi potrebbe essere eliminato o modificato durante il suo percorso parlamentare, però il fatto che i due proponenti sono del principale partito di maggioranza (PD) e di un importante partito d'opposizione (Forza Italia) è un punto a favore dell'approvazione.
Inoltre, si è espresso a favore dell'emendamento anche il sindacato Filt Cgil, la cui segretaria nazionale Giulia Guida ha dichiarato che "con l'emendamento al DL Sud si va verso un'affermazione di principio e di civiltà perché si riconosce il diritto dell'autista di riposare in un letto e non in una cabina di un camion". Sul testo presentato, però la sindacalista ha una critica: "Prevedendo una sanzione a carico del conducente in caso di infrazione, si imputa al lavoratore la violazione di un suo stesso diritto. Le sanzioni devono essere rivolte alle aziende che hanno in capo l'organizzazione del lavoro".
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