Nel luglio del 2016, la Commissione Europea condannò a una multa record di quasi tre miliardi di euro sei costruttori di veicoli industriali europei (Man venne poi graziata per essere stata la prima a collaborare all'indagine) per avere costituito per quattordici anni un cartello dei prezzi nella vendita degli autocarri. Fuori dal gruppo rimase solo la svedese Scania, perché l'Antitrust decise di avviare un supplemento d'indagine. Il 27 settembre 2017 un comunicato della Commissione Europea annuncia che anche Scania ha ricevuto una sanzione di 880.523.000 euro, la seconda per importo dopo quella di Mercedes (un miliardo di euro).
Il costruttore svedese si aspettava una sanzione, perché già da luglio dello scorso anno ha cominciato ad accantonare risorse per pagare la sanzione. Secondo la commissione, Scania avrebbe partecipato al cartello per concordare un livello di prezzi per i camion di base a livello europeo, che poi era declinato da ogni costruttore secondo le condizioni di ogni Paese. Inoltre, i partecipanti al cartello avrebbero concordato una strategia per i tempi d'introduzione dei limiti delle emissioni (dall'Euro 3 in poi) e avrebbero deciso di trasferire i relativi costi superiori ai clienti.
Il cartello sarebbe durato dal 1997 al 2011, anno in cui la Commissione Europea ha avviato l'indagine con alcune ispezioni presso le sedi delle aziende. Secondo l'accusa, si sarebbero svolte riunioni ad alto livello dirigenziale dal 1997 al 2004, soprattutto ai margini dei Saloni del settore o in altri eventi. Dal 2004 il cartello sarebbe stato gestito dalle filiali tedesche dei vari costruttori con scambio elettronico delle informazioni.
La Commissione precisa che l'elevata entità della multa decisa per Scania dipende anche dalla mancata collaborazione dell'azienda all'inchiesta, perché non ha potuto beneficiare degli sconti prevista dalla normativa a chi collabora e invece concessi ai suoi concorrenti. Oltre alla multa, anche Scania (come gli altri marchi condannati) potrebbe affrontare cause collettive di risarcimento, che sono già state avviate in alcuni Paesi europei, Italia compresa. Infatti, la condanna della Commissione rappresenta da sola fonte di prova. Con questa sanzione, la multa complessiva raggiunge il nuovo record di quasi quattro miliardi di euro.
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