Il 27 ottobre è stato un anticipo dello sciopero dell'autotrasporto indetto dei sindacati confederali anche per il 30 e 31 ottobre, perché riguardava solo le categorie che devono erogare i servizi minimi (come carburanti, medicinali e alimentari freschi) e che quindi non potranno partecipare al fermo di lunedì e martedì. Ma già da questo prologo i toni si stanno scaldando. Nella giornata di ieri, con lo sciopero ancora in corso, la Filt ha diramato una noto in cui si dichiara soddisfatta del risultato, che in alcune zone avrebbe superato l'80% dei adesioni.
Il 28 ottobre ha risposto Conftrasporto, che si pone sul versante datoriale, secondo cui il successo dichiarato dal sindacato è "fantomatico", perché "a seguito di verifiche sul territorio e per doverosa ricostruzione della realtà non possiamo non riscontrare di come i disagi siano stati addirittura impercettibili", scrive la confederazione in una nota. "Le aziende hanno lavorato normalmente e la distribuzione delle merci non ha subito alcun impatto. Il traffico lungo le strade e autostrade dei mezzi pesanti ne è una chiara testimonianza".
Conftrasporto aggiunge anche che sull'andamento della trattativa, i sindacati "raccontano bugie", perché, conclude la confederazione "da parte datoriale non sono mai e proprio mai stati messi in discussione diritti già acquisiti contrattualmente. La perdita della 14esima, oggi riconosciuta ai lavoratori, sembra proprio un mezzuccio che il sindacato utilizza per garantirsi un seguito allo sciopero".
Sul sito web di Conftrasporto, il presidente Paolo Uggè interviene anche su un altro punto cruciale della trattativa, ossia gli aumenti salariali chiesti dai sindacati: "Non è possibile per le imprese sostenere incrementi che superano i 200 euro mese per ogni lavoratore autista. La situazione economica e gli episodi di concorrenza sleale che continuano ad essere effettuate da lavoratori provenienti da altri Paesi oppure da un altro sindacato dei lavoratori che stipula contratti al ribasso, senza che vi sia alcun intervento di quelli confederali, sono le principali ragioni per le quali, fino ad oggi, non sono state trovate soluzioni adeguate".
Infine, Uggè commenta la presa di posizione di Confetra, che nei giorni scorsi ha dichiarato la sua disponibilità a riprendere immediatamente la trattativa, dopo la rottura da parte sindacale: "Ne comprendiamo le motivazioni anche se, a nostro dire, lo riteniamo un errore, per le stesse imprese rappresentate da quella realtà. Viene a confermarsi quanto la richiesta di separazione dei contratti si fondasse su valide motivazioni sia se la si valuta dall'interesse delle imprese aderenti al mondo Confetra che per le aderenti alla quasi totalità delle federazioni del trasporto e logistica. Se vi fosse la sottoscrizione di un contratto riguardante il mondo rappresentato da Confetra le imprese aderenti non subirebbero le conseguenze dello sciopero".
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