I porti di Genova e Livorno saranno terra di conquista per il gruppo Msc, ancor più di quanto non siano già stati finora. Lo ha rivelato il patron del gruppo svizzero, Gianluigi Aponte, in occasione di un confronto pubblico tenutosi nel capoluogo ligure con il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, e moderato da Fabrizio Palenzona in qualità di presidente onorario di Conftrasporto. Alla domanda se il suo gruppo parteciperà alla gara per il progetto ribattezzato Piattaforma Europa a Livorno, il numero uno di Msc ha risposto: "Senz'altro. Inizialmente parteciperemo da soli, poi vedremo se allearci con altri".
La Piattaforma Europa ospiterà un nuovo terminal container che sorgerà su un'area di 62 ettari, avrà una banchina di 1200 metri, una capacità annua di movimentazione pari a 1,5 milioni di teu e costerà circa 467 milioni di euro, cui vanno aggiunti 195 milioni per l'allestimento del terminal. L'altro pretendente già uscito allo scoperto, nonché possibile alleato, è il Gruppo Investimenti Portuale in mano ai fondi d'investimento Infracapital e Infravia.
Ma oltre a Livorno e a La Spezia, dove Msc detiene una partecipazione del 40% nel locale La Spezia Container Terminal, Aponte ha a cuore in particolare le sorti future del porto di Genova, perché nel giro di pochi anni riceverà un nuovo terminal sorto dal tombamento di Calata Bettolo e dove investirà oltre 100 milioni di euro in attrezzature.
"Bettolo sta andando avanti, prima lo mettiamo up and running (in attività, ndr) e meglio è per tutti", aggiunge Aponte. "Da imprenditore penso che lo sviluppo del terminal di Bettolo sia stato molto lento perché già oggi noi dovevamo essere pronti a operare. Quindi c'è stato un ritardo e speriamo di poter accelerare nell'interesse di Genova".
Aponte ha anche lanciato anche un messaggio preciso al cluster portuale locale: "Autorità portuale, Capitaneria di porto e piloti devono lavorare per rendere il porto più competitivo. Bisogna osare un po' di più sennò non si va avanti. Bisogna essere meno burocratici e soprattutto serve più coraggio per fare entrare le grandi navi in porto. Genova oggi non è più adatto alle grandi navi moderne, è un porto realizzato oltre un secolo fa per navi da 120 metri di lunghezza e non da 400 metri come sono quelle di oggi".
Il patron di Msc ha definito come "importantissima" l'opera prevista di spostamento al largo dell'attuale diga foranea (investimento pubblico stimato in un miliardo sponsorizzato e supportato anche dal ministro Delrio, che ha assicurato la copertura finanziaria) e ha concluso dicendo: "Se vogliamo che Genova movimenti 4 milioni o 5 milioni di contenitori bisogna spostare la diga foranea. Non solo: tutto il bacino di Sampierdarena dovrebbe diventare quasi un terminal unico, magari diviso fra vari operatori, o unito, è da vedere, in modo da permettere uno sviluppo futuro e per attirare nuovi traffici".
In attesa di finalizzare l'ingresso anche nel Gruppo Messina (con una quota inizialmente di minoranza) la conquista del porto da parte di Msc prosegue inesorabile e non teme la concorrenza della vicina Vado Ligure. A proposito del possibile rischio di concorrenza e di eccesso di offerta portuale conseguente ai molteplici nuovi progetti in costruzione, in primis la vicina piattaforma multipurpose di Vado Ligure che sarà gestito da Maersk e Cosco, Aponte ha risposto che questo terminal "sicuramente toglierà del traffico a Genova", ma secondo lui "ci sarà ulteriore traffico che compenserà questi volumi spostati. Penso che in futuro ci sarà traffico di container per tutti", ha concluso.
Nicola Capuzzo
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