Si apre un nuovo capitolo della riforma dei porti avviata la Legge 169/16, che ha cambiato la Legge 84/94. I sindacati hanno chiesto alcune modifiche relative al lavoro dei portuali, che prevedono "la riqualificazione e formazione nonché azioni di sostegno al reddito volte all'accompagno all'esodo dei lavoratori", come si legge in una nota unitaria. Tali modifiche servono come "sostegno e governo dei processi e delle politiche attive in virtù delle nuove sfide rappresentate dalla penetrazione delle compagnie di shipping nella proprietà dei terminal, dalla concentrazione del mercato e del gigantismo navale, dall'automazione sempre più spinta delle operazioni portuali senza dimenticare che il lavoro portuale presenta caratteristiche usuranti che necessitano di misure di tutela oggi non esistenti".
In tale contesto, lo schema del Decreto Legislativo uscito dalla discussione tra il ministero dei Trasporti e le associazioni del cluster del trasporto marittimo sul lavoro portale si sta sovrapponendo al testo della Legge di Bilancio, che modifica il comma 15bis dell'articolo 17 della Legge 84/94, che riguarda le imprese e le agenzie che erogano il lavoro nei porti. Una situazione che i sindacati confederali ritengono un "pericoloso ingorgo dagli esiti assolutamente incerti per i lavoratori dei porti".
Le sigle sindacali temono che tale "cortocircuito legislativo" possa intaccare i provvedimenti contenuti nel Correttivo Porti e chiedono quindi al Governo di sciogliere questo nodo e di "riprendere il buon lavoro svolto dalle Commissioni di Camera e Senato sul testo correttivo del Decreto legislativo 169/16". A sostegno di tale richiesta, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dell'intero settore portuale che sarà svolto venerdì 15 dicembre con modalità ancora da definire.
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