I porti italiani chiudono il 2017 con una crescita prossima al 10% per quanto riguarda la movimentazione di container nei porti di destinazione finale, mentre gli scali di transhipment (trasbordo) archivieranno l'esercizio con un calo superiore al 14%. Lo si apprende da un'indagine previsionale condotta fra i principali scali marittimi nazionali analizzando le stime ad oggi disponibili sui dati di movimentazione previsti dai terminal portuali a fine anno. Se confermate, queste statistiche dimostreranno come anche nel 2017 è andato accentuandosi il divario fra le prestazioni (in crescita) degli scali gateway e quelle (in continuo decremento) dei porti di transhipment (Cagliari e Gioia Tauro).
Più nel dettaglio, i porti gateway (fra i quali rientrano Genova, La Spezia, Livorno, Salerno, Napoli, Ravenna, Venezia e Trieste) dovrebbero chiudere l'anno con una movimentazione complessiva pari a circa 7,2 milioni di teu, in crescita rispetto ai 6,5 milioni del 2016. I porti di transhipment, invece, scenderanno dai quasi 3,5 milioni di teu dell'anno scorso ai circa 3 milioni nel 2017.
Analizzando i numeri dei singoli scali, emerge che Genova, secondo i dati forniti alla fine di dicembre 2017 dal presidente della locale Autorità di Sistema Portuale, chiuderà l'anno con circa 2,6 milioni di teu facendo segnare il proprio record storico e confermandosi leader a livello nazionale grazie soprattutto al Voltri Terminal Europa. Saldamente al secondo posto c'è La Spezia trainata dal La Spezia Container Terminal (che nei primi nove mesi dell'anno ha fatto segnare un +18%) e che, sommando anche i volumi del Terminal del Golfo, dovrebbe sfiorare il milione e mezzo di teu.
In terza posizione l'anno scorso c'era Livorno che, secondo le stime disponibili, dovrebbe subire una flessione del 10% circa (tale era a fine settembre) che porterebbe il totale annuo dagli 800mila teu del 2016 a 750mila teu del 2017, di cui 530mila movimentati dal Terminal Darsena Toscana. Il porto toscano verrà però scalzato quest'anno dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale che include Napoli e Salerno, perché nel capoluogo campano i container movimentati nei terminal Conateco e Flavio Gioia dovrebbero rimanere intorno al mezzo milione di teu (in crescita del 8%) mentre il porto di Salerno nel 2017 farà un balzo almeno del 20%, arrivando a sfiorare 430mila teu grazie soprattutto al Salerno Container Terminal.
Seguono poi i porti dell'Alto Adriatico con Venezia (dove operano i terminal Vecon e Tiv) che, salvo sorprese, dovrebbe confermarsi leader nel nord-est d'Italia con circa 610mila teu (in lieve crescita rispetto al 2016) e Trieste che fa segnare il progresso più elevato (+26,6%) e lascia prevedere il raggiungimento per la prima volta dei 600mila teu a fine anno.
Fra i porti di destinazione finale l'unico significativamente in calo è il Ravenna Container Terminal, che nei primi nove mesi dell'anno ha segnato -10% e, se avrà mantenuto il trend anche nell'ultimo trimestre dell'anno, chiuderà il 2017 con circa 185mila teu movimentati. Sugli stessi livelli del vicino scalo concorrente di Ancona.
Ancor peggio fanno i porti di transhipment, vale a dire quei terminal dove la quasi totalità dei container viene imbarcata e sbarcata solo per essere trasbordata da una nave all'altra e dunque non si tratta, salvo una percentuale minoritaria, di merci destinate o provenienti alla regione retroportuale. Cagliari (dove opera il Cagliari International Container Terminal) fra gennaio e settembre di quest'anno ha registrato un calo del 28% e, proiettando questi risultati su dodici mesi, si ottiene un risultato finale di circa 485mila teu movimentati. In Calabria a Gioia Tauro, dove opera il Medcenter Container Terminal, il calo al 30 settembre 2017 era del 11,1% e, salvo miglioramenti al momento non previsti, ciò significa che il porto dovrebbe chiudere l'esercizio intorno a quota 2,5 milioni di teu.
Nicola Capuzzo
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