Il crollo del viadotto Polcevera colpisce anche le attività del porto di Genova, che movimenta oltre due milioni di teu l'anno e migliaia di rotabili delle autostrade del mare. Per affrontare l'emergenza, l'Autorità Portuale ha convocato il giorno dopo l'evento tutti gli operatori per definire una strategia che assicuri continuità allo scalo. Il primo problema da affrontare riguarda la viabilità di accesso ai due bacini portuali del VTE e di Sampierdarena e i collegamenti interni tra i due bacini stessi.
Un primo provvedimento proposto dal presidente dell'ASP, Paolo Signorini, è aumentare l'attività dei terminal nelle ore serali, così da far viaggiare i camion quando cala il traffico delle autovetture in città. In un primo momento si era parlato anche far circolare i veicoli pesanti la notte, ma gli autotrasportatori hanno segnalato che ciò pone gravi problemi operativi e causa un aumento dei costi.
Gli autotrasportatori hanno presentato diverse alternative per la circolazione dei veicoli pesanti, tra cui dedicare ai camion una corsia delle tre per senso si marcia di via Guido Rossa (ora parzialmente vietata ai veicoli pesanti) o di usare la viabilità interna dello stabilimento Ilva per raggiungere il casello autostradale di Genova Aeroporto.
Un altro problema riguarda le connessioni di Genova con la rete autostradale nazionale e internazionale. Dopo il crollo del viadotto Polcevera, Genova è esclusa perché il traffico che attraversava la Liguria è stato deviato sulle autostrade Gravellona-Toce e Torino-Piacenza. Ciò significa che le merci che fanno capo al porto e che sono dirette verso Toscana ed Emilia-Romagna devono allungare il percorso di oltre 120 chilometri, mentre quelle per Spagna e Francia devono allungarlo di 70 chilometri. Una prospettiva che potrà causare lo spostamento dei traffici verso altri porti.
Finora l'impatto del crollo del ponte Morandi sul traffico cittadino e su quello dei veicoli industriali che fanno capo al porto è limitato, a causa delle vacanze estive. Ma il 27 agosto la città riprenderà pienamente tutte le attività e l'obiettivo è arrivare a quella data con un piano della viabilità che possa ridurre i prevedibili disagi sia per le autovetture, sia per i veicoli industriali.
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