Le attività di logistica conto terzi in Italia hanno appesantito i risultati finanziari di Ceva Logistics nei primi nove mesi dell'anno. L'operatore internazionale con base a Baar, in Svizzera, ha reso noti i numeri del terzo trimestre 2018 mostrando una significativa perdita legata alle attività nel nostro Paese. Nel trimestre luglio-settembre, Ceva ha chiuso con ricavi pari a 1,81 miliardi di dollari, in crescita del 1,6% rispetto agli 1,78 miliardi dello stesso periodo un anno prima ma l'Ebitda è calato del 58% da 69 a 29 milioni di dollari.
Considerando i primi nove mesi dell'anno, i ricavi sono cresciuti rispetto al 2017 del 6,8% (da 5,09 a 5,44 miliardi di dollari), mentre l'Ebitda è peggiorato del 14,5% passando da 173 a 148 milioni di dollari. La perdita a fine periodo è di 198 milioni di dollari, in significativo aumento rispetto al rosso di 124 milioni a fine 2017. A pesare sui conti di Ceva è stata, come detto, soprattutto l'Italia dove il business della logistica conto terzi ha inciso negativamente per 26 milioni di dollari nel solo terzo trimestre dell'anno e per complessivi 42 milioni di dollari nei primi nove mesi del 2018.
Nel spiegare questa prestazione finanziaria negativa, l'azienda chiama genericamente in causa due contratti e il fallimento di una cooperativa di lavoratori, elementi che avrebbero implicato maggiori costi per decine di milioni di dollari appunto. "Un piano è stato predisposto ed è attualmente in corso di applicazione per affrontare e risolvere questo problema", si legge nella trimestrale.
Il caso in questione dev'essere evidentemente quello legato ai magazzini di Leroy Merlin a Castel San Giovanni (Piacenza), dove lo scorso giugno la cooperativa Consorzio Premium Net e Ceva Logistics Italia sono state allontanate a seguito di un'indagine della Guardia di Finanza sul presunto sfruttamento di lavoratori. Ciò a seguito di un battaglia avviata dall'Unione Sindacale di Base contro Ceva e soprattutto contro consorzio Premium Net definiti a suo tempo "un insieme di soggetti divenuto ormai impresentabile per le attività di evasione fiscale e contributiva (con una sottrazione di risorse economiche pari a complessivi 38 milioni di euro) e per la tolleranza delle pratiche di caporalato, di aggressione fisica e di negazione del diritto a scegliere liberamente l'organizzazione sindacale di riferimento". Alcuni dirigenti della cooperativa erano stati anche arrestati e al posto di Premium Net era stata ingaggiata per i lavori di facchinaggio e di movimentazione interna ai magazzini la cooperativa Ucsa.
L'altro fronte caldo per Ceva in Italia è la Città del libro di Stradella (Pavia), dove i magazzini dell'operatore logistico sono rimasti nuovamente coinvolti (anche se Ceva risultava estranea ai fatti) in un'inchiesta della Guardia di Finanza sulle condizioni di lavoro nelle cooperative che aveva anche in questo caso estromesso dai magazzini la cooperativa Premium Net (sostituita poi con il consorzio Cisa).
Preoccupazione per la condizione finanziari del colosso logistico viene ora espressa anche dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, che il 24 luglio scorso avevano firmato un accordo con Ceva per scongiurare la procedura di licenziamento collettivo di 26 lavoratori, ridotta poi a quattro unità. Già a fine 2016 l'azienda aveva annunciato il licenziamento collettivo di 196 dipendenti su 1215 in Italia e per molti di questi a breve scadrà il contratto di solidarietà, motivo per cui sindacati e azienda dovranno nuovamente sedersi a un tavolo per affrontare l'emergenza.
Nicola Capuzzo
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