Ogni Governo crea la sua Alitalia: Berlusconi l'aveva affidata ai "capitani coraggiosi", che poi hanno fallito, cedendola durante il Governo Renzi a Etihad che ne è uscita nel 2017, lasciando la compagnia ai commissari straordinari. L'attuale Esecutivo giallo-verde torna all'ipotesi di nazionalizzarla, seppure con il vestito di Ferrovie dello Stato, società di diritto privato ma interamente controllata dallo Stato. La stessa FS prima di questa operazione è stata separata da Anas, cui l'aveva maritata il Governo Gentiloni, ancor prima di consumare il matrimonio. Il nuovo Consiglio d'amministrazione della società ferroviaria ha così abbandonato la strategia "infrastrutturale" disegnata tramite l'unione con Anas per imboccare il binario di una strategia "trasportistica" avviata con la proposta di fidanzamento con Alitalia.
Per ora, i vertici di FS hanno presentato un'offerta non ancora vincolante, che il 21 novembre è stata "positivamente valutata" dai commissari di Alitalia, dopo avere consultato il ministero dello Sviluppo Economico (che evidentemente ha dato parere favorevole, essendo FS controllata dallo stesso Governo, tramite il ministero dell'Economia e delle Finanze). Ora, l'amministratore di FS, Gianfranco Battisti, aspetta che i commissari presentino le loro condizioni: "Quando ci verrà ufficializzato il ruolo saremo noi a gestire la partita delle negoziazioni". La trattativa con Alitalia ha rinviato il piano industriale della compagnia ferroviaria, che sarà presentato alla fine di gennaio 2019. FS sta anche dialogando altre compagnie aeree per valutare collaborazioni nell'ingresso e nella gestione di Alitalia.
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