A sei giorni dall'inizio dell'incendio sulla portacontainer Hapag-Lloyd Yantian Express, abbandonata dall'equipaggio, proseguono le operazioni di spegnimento in alto mare svolte da due rimorchiatori equipaggiati con otto cannoni ad acqua, lo Smit Nicobar, che ha raccolto i ventitré membri dell'equipaggio della portacontainer, e il Maersk Mobiliser. Per ora non si conoscono né le cause dell'incendio, che sarebbe scaturito da un container, né l'entità dei danni. Questo è il secondo grave incendio in un anno di una grande portacontainer, dopo quello della Maersk Honam avvenuto nel marzo 2018, e il terzo di una nave cargo registrato nella sola prima settimana di quest'anno, dopo quello della car carrier Serenity Ace nel Pacifico settentrionale, che ha causato sei morti, e della petroliera vietnamita Aulac Fortune al largo di Hong Kong, che ha causato la morte di un marittimo e altri due dispersi.
Ma altri incendi di minori dimensioni, spesso trascurati dalle cronache, stanno colpendo le navi e soprattutto le portacontainer. Secondo il TT Club, si registra un incendio la settimana su container imbarcati, di cui uno ogni due mesi ha dimensioni rilevanti. E in alcuni casi le fiamme hanno coinvolto contenitori carichi con materie pericolose, che a volte non sono dichiarate all'imbarco. Un fenomeno che sta preoccupando il settore per le sue conseguenze sulla sicurezza dei marittimi, sull'integrità delle navi e del loro carico e sulla protezione dell'ambiente.
Per contrastare le fiamme sulla portacontainer bisogna agire sia in fase di prevenzione, sia in quella di estinzione prima che si estendano fino a diventare incontrollabili. Nel primo caso, durante l'imbarco bisogna avere una chiara visione del contenuto dei container, così da mettere quelli più a rischio, per infiammabilità o pericolosità del contenuto, in zone facilmente accessibili da un'eventuale azione antincendio. Operazione che è comunque difficile sulle portacontainer, perché finora l'unico metodo efficace è l'uso di acqua. Per esempio, non si possono usare i sistemi con CO2, che elimina l'ossigeno e quindi evita l'alimentazione delle fiamme, perché i contenitori non sono i stive chiuse. Ma l'uso dell'acqua è lento e danneggia anche il carico dei container non intaccati dalle fiamme.
Perciò è fondamentale il primo intervento, dove è indispensabile non solo avere un equipaggio ben formato, ma anche la collaborazione a distanza di esperti che lo possono guidare per rendere più efficace la sua azione. Ma per farlo, bisogna avere informazioni precise sul sulla posizione e sul carico del container che ha innescato le fiamme e su quelli interessati dall'incendio. È quindi importante stabilire precise procedure che riguardano non solo le operazioni di spegnimento, ma anche le informazioni sull'evento. In questo caso possono essere importanti le immagini riprese da telecamere di bordo.
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