I mezzi commerciali leggeri chiudono il 2018 con una flessione del 6,3%, mostrando 182.100 immatricolazioni, ossia dodicimila in meno unità rispetto alle 194.269 del 2017. Nel solo dicembre 2018, la contrazione delle vendite è stata dell'11,6%, con 20.723 veicoli immatricolati rispetto ai 23.446 del 2017. Analizzando la struttura del mercato dei primi undici mesi del 2018, a fronte di un calo complessivo nel periodo del 5,7% privati e società hanno evidenziato una flessione più profonda (-8,1% e -7,4%). Sul fronte delle motorizzazioni, il 92% delle vendite hanno interessato veicoli diesel che, comunque, mostrano una riduzione dei volumi del 7,3% con 148.264 immatricolazioni. Cresce la benzina (+38,2%), con quasi un punto in più di quota sul totale (2,9%). Incremento a due cifre anche per le immatricolazioni di veicoli a metano, che si collocano al 2,6% di quota e dei veicoli elettrici, appena allo 0,4% del totale. Aumento anche del Gpl dell'1,5%, stabile all'1,9% del mercato, mentre flettono le vendite dei veicoli ibridi che, comunque, rappresentano lo 0,3% del mercato dei veicoli commerciali. La quota dei privati scende al 21,8% (-0,5%) con poco più di 35mila unità immatricolate, mentre le società si fermano al 48% del totale mercato (-0,9% a 77.388 unità). Il noleggio archivia i primi undici mesi 2018 con una leggera flessione dello 0,8%, recuperando 1,5 punti di quota e portandosi al 30,2% del totale mercato, grazie al lungo termine, in crescita dell'1,3% rispetto alla flessione del 12,1% del breve termine.
"Contrariamente alle attese di inizio anno, l'indisponibilità di prodotto e l'incertezza degli operatori in un contesto macroeconomico di rallentamento, ha riportato un altro segno meno nel mercato dei veicoli da lavoro, facendolo tornare ai livelli del 2010. In questi ultimi 8 anni, solo il 2016 e 2017 sono riusciti a recuperare i drammatici cali, posizionandosi intorno alle 200.000 immatricolazioni", ha spiegato Michele Crisci, presidente dell'Unrae, che ha fornito i dati. "La presenza del super-ammortamento in forma ridotta e l'esigenza di rinnovo di un parco circolante composto per oltre la metà da veicoli con più di dodici anni non sono riusciti ad accelerare il processo di svecchiamento dello stesso, con i conseguenti riflessi negativi su sicurezza e impatto ambientale. È tempo che il decisore pubblico intervenga in modo concreto con provvedimenti strutturali orientati al rinnovo dei veicoli più anziani e con misure che al momento non hanno purtroppo trovato spazio nell'ultima manovra finanziaria".
Massimiliano Barberis
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