Il Gip di Firenze, Antonella Zatini, ha disposto l'arresto preventivo di due imprenditori di Firenze e di Prato che sono accusati di bancarotta fallimentare fraudolenta, appropriazione indebita, occultamento e distruzione di documentazione contabile fiscale e auto riciclaggio. Questi arresti nascono da un'indagine svolta dalla Guardia di Finanza su quattro cooperative, tre delle quali fallite, che operavano nell'autotrasporto e nei servizi per la logistica. L'inchiesta ha scoperto che queste coop facevano parte di un articolato meccanismo creato per frodare il Fisco, che comprendeva anche alcune società di capitali, la maggior parte delle quali con sede a Firenze, che secondo la Finanza erano di fatto gestite dai due imprenditori arrestati. Questa rete d'imprese erano state "create sostanzialmente al solo fine di non versare le imposte (solo l'Iva dovuta allo Stato e non versata ammonta a più di 3,5 milioni di euro) attraverso l'utilizzo di vari espedienti contabili quali indebite compensazioni di imposte per più di quattro milioni di euro, omesse ed infedeli dichiarazioni dei redditi ed Iva, occultamento o distruzione di documentazione contabile", spiega la Finanza in una nota.
I proventi di questa frode sarebbero stati usati per rifornire di contanti i due imprenditori, tramite compensi ritenuti "ingiustificati" o l'acquisto di carte prepagate intestate a prestanome nullatenenti, con cui gli indagati avrebbero svolto acquisti personali. Il totale di questi prelievi ammonta a tre milioni di euro. Per esempio, uno dei due indagati usava in modo esclusivo due Porsche noleggiate dalle cooperative. Una parte dei proventi è stata trasferita all'estero, creando società in Romania e Repubblica Domenicana. Un primo filone di questa indagine era stato chiuso nel 2018 con un sequestro preventivo per oltre otto milioni di euro, mentre quello terminato il 18 gennaio ha portato, oltre all'arresto dei due indagati, anche un'ulteriore sequestro di beni e conti correnti.
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