Non c'è pace per il mercato dei veicoli per il trasporto professionale: dopo i veicoli commerciali e quelli pesanti anche i rimorchi hanno chiuso il 2018 con un segno negativo. Alla fine dell'anno, i rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore a 3,5 tonnellate segnano una diminuzione del 3,7% rispetto al 2017 (con 15.520 unità immatricolate contro 16.118). Dicembre ha contribuito con una flessione del 15% (1292 unità vendute contro 1520). A fronte di questa tendenza, non si vedono investimenti né aiuti che spingano a un ricambio del parco mezzi. Anzi, il ministero del Trasporti ha pubblicato i dati relativi al 2017 sui finanziamento agli investimenti, da cui emerge una riduzione del 13% dei contributi destinati all'acquisto dei rimorchi a causa del superamento delle risorse disponibili. C'è domanda, soprattutto di portacontainer, ma non vi sono risorse sufficienti per sostenerla.
Ciò mostra che una richiesta potenziale di veicoli trainati esiste, ma che il sostegno al loro acquisto andrebbe modificato per poterlo usare anche per i mezzi destinati al trasporto stradale. "Se i contributi per l'acquisto di veicoli trainati destinati all'intermodalità trovano tanto successo, mentre il mercato complessivo dei trailer rallenta, significa che le vendite stanno perdendo ritmo", commenta Sandro Mantella, coordinatore del Gruppo rimorchi, semirimorchi e allestimenti di Unrae. "In conseguenza, il parco non viene rinnovato sia per scarsità di risorse da parte delle aziende sia per l'incertezza delle prospettive di sviluppo. Tutto questo si traduce in riduzione della sicurezza sulle strade e in perdita di affidabilità complessiva dell'autotrasporto italiano nei confronti della committenza".
Massimiliano Barberis
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