L'inchiesta sul crollo del ponte Morandi sta aprendo altri filoni d'indagine che interessano la società Autostrade per l'Italia e le sue controllate. Uno nuovo è emerso il 30 gennaio 2019, quando la Guardia di Finanza ha compiuto perquisizioni nelle sedi della società autostradale, della sua controllata Spea Engineering (che esegue le verifiche tecniche) e negli uffici dell'Ufficio tecnico sicurezza autostradale. Questo fascicolo ha già scritto una dozzina di nomi sul registro degli indagati, appartenenti a dipendenti delle due società sospettati di avere falsato i rapporti sulle condizioni di cinque viadotti autostradali: il Gargassa e il Pecetti sull'autostrada A26, in Liguria; il Moro sull'A14, in Abruzzo; il Paolillo sull'A16, tra Puglia e Campania; il Sei Luci, collegato al ponte Morandi di Genova.
Secondo l'accusa, le relazioni sulle condizioni di questi cinque ponti sono state in qualche modo "ammorbidite" dai dirigenti indagati per mostrare uno stato di manutenzione migliore di quello effettivamente rilevato. A dicembre, il ministero dei Trasporti li ha ispezionati, rilevando alcuni ammaloramenti in piloni e solette che non erano sufficientemente evidenziati nelle relazioni. Questo filone è nato da alcune dichiarazione acquisite nell'indagine sul crollo del ponte Morandi, secondo cui le relazioni dei tecnici che avevano svolto i controlli erano a volte cambiate dai vertici indagati della Spea. E furono proprio i magistrati ad avvisare il ministero dei Trasporti, che ha avviato le ispezioni sui cinque viadotti.
Dopo la notizia dell'inchiesta, Autostrade per l'Italia ha diffuso una nota, datata 30 gennaio 2019, dove afferma che questi cinque viadotti non comportano alcun rischio per la sicurezza. "Già lo scorso 4 dicembre, la società ha inviato al ministero delle Infrastrutture e Trasporti un report sui viadotti in questione – Gargassa, Pecetti (A26), Moro (A14), Paolillo (A16), Sarno (A30) – contenente il dettaglio degli interventi manutentivi già realizzati o in corso, nonché delle verifiche effettuate. In nessun caso è stato riscontrato alcun problema riguardante la sicurezza di tali opere che, peraltro, sono state oggetto di verifica anche da parte dei competenti uffici ispettivi del ministero", scrive Aspi. Per quanto riguarda il viadotto Sei Luci "la Direzione di Tronco di Genova conferma di aver eseguito in quattro giorni (23-27 dicembre 2018) un intervento di ripristino locale del calcestruzzo copriferro, che non comportava alcuna influenza sotto il profilo statico. Anche questo intervento è stato formalmente comunicato a tutte le autorità competenti. E' quindi del tutto destituita di fondamento qualsiasi informazione che consideri tali Viadotti a rischio".
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