Dopo la decisione del commissario straordinario di Artoni Trasporti, Franco Maurizio Lagro, di cedere tutti gli assett della società emiliana alla cordata formata da Fercam e dal fondo immobiliare Prelion, si è svolto il 28 gennaio il primo incontro tra lo stesso commissario, che rappresenta Artoni, i rappresentanti di Fercam e quelli di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per definire il percorso che dovrebbe portare gli ex dipendenti Artoni che lavorano nelle piattaforme affittate (e ora acquistae) da Fercam a integrarsi pienamente nel gruppo altoatesino. Questo primo incontro non ha portato a un accordo definitivo, perché i sindacti ritengono che la documentazione ricevuta sia incompleta o non totalmente congruente, quindi si svolgerà un altro incontro il 12 febbraio.
L'offerta presentata da Fercam e Prelion prevede che la prima gestirà il personale e la seconda rileverà gli immobili. Nel primo caso, l'azienda altoatesina rileverà alcuni lavoratori, sulla base delle sue attuali sedi operative e necessità. Secondo fonti sindacali, che hanno avuto l'informazione da Fercam, oggi sarebbero a carico di Artoni 183 lavoratori, di cui 88 impiegati da Fercam nell'ambito dell'affitto del ramo d'azienda, mentre gli altri o sono rimasti in Artoni per seguire la procedura della liquidazione, oppure sono in cassa integrazione. Fercam vorrebbe acquisirne 43, più altri sei da assumere in modalità da condividere con i sindacati. Restano esclusi i lavoratori di Carini, Belpasso, Berbenno, Modugno, Trento, Osimo, Guastalla, Sommacampagna, Udine, Pescara, Calenzano e Maddaloni. Questi dati non sarebbero coerenti con quelli in mano ai sindacati, che hanno chiesto ulteriori chiarimenti e di aumentare il numero delle assunzioni in Fercam.
Al ministero per lo Sviluppo Economico i sindacati chiedono che per i lavoratori che non passeranno a Fercam si possa prolungare di un anno la cassa integrazione, che scadrà il 19 aprile 2019. Invece, per quelli assunti in Fercam, le silgle chiedono che ciò avvenga in continuità assicurando i trattamenti economici e normativi che avevano in Artoni, mantenendo anche la tutela dell'articolo 18.
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