La nuova normativa sulle emissioni dei veicoli industriali ha compiuto un passo avanti oggi con l'accordo provvisorio raggiunto tra la Commissione Europea e il Parlamento Europeo. Il testo prevede che nel periodo compreso tra il 2025 e il 2029 i nuovi camion dovranno assicurare una riduzione delle emissioni di CO2 del 15% rispetto ai livelli attuali e dal 2030 ci sarà un'ulteriore taglio del 30%. I costruttori che non rispetteranno tali limiti dovranno pagare delle sanzioni. Questa è la prima volta che l'Unione Europea impone un limite alle emissioni di CO2, perché finora si è concentrata su quelle di particolato e Nox e questo provvedimento rientra nel contrasto al cambiamento climatico con lo scopo di raggiungere gli obiettivi stabiliti dall'Accordo di Parigi.
Oltre ai limiti per le emissioni di CO2, i legislatori intendono rinforzare gli incentivi per l'acquisto di veicoli industriali con basse o nulle emissioni di CO2, come per esempio quelli ibridi o totalmente elettrici. Secondo la Commissione Europea, i camion e gli autobus contribuiscono per il 6% alle emissioni totali nell'Unione. Il passo successivo per la nuova normativa è l'appoggio dei singoli Stati e l'approvazione degli europarlamentari, per poi passare all'adozione formale del Consiglio Europeo. Questa procedura dovrebbe completarsi prima della fine di maggio, quando decadrà l'attuale legislatura.
L'associazione dei costruttori di autoveicoli Acea esprime preoccupazione per questa decisione, perché il raggiungimento degli obiettivi non deriva solo dall'industria e perché i termini della riduzione mostrano percentuali su basi indefinite. Un elemento importante è la realizzazione d'infrastrutture per alimentare veicoli elettrici o con carburanti alternativi, che non dipende dall'industria automobilistica. Inoltre, l'Acea critica il meccanismo secondo cui dal 2025 sarà obbligatoria l'introduzione di una certa quota di camion a zero emissioni, obiettivo che non dipende dall'offerta di veicoli, bensì dalla domanda, che a sua volta dipende dalla convenienza economica e dalla presenza d'infrastrutture di rifornimento.
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