Il 25 marzo 2019 non è ancora chiara la situazione del corriere Sgt, oggetto da alcuni giorni di una mobilitazione proclamata in alcune piattaforme dai sindacati di base. Una nota diffusa il 23 marzo dal SiCobas afferma che oltre mille lavoratori hanno trovato i cancelli delle piattaforme chiusi, aggiungendo che la società "da alcuni giorni ha cessato di fatto l'attività e ieri ha portato i libri in Tribunale". Secondo il sindacato, le spedizioni in carico a Sgt sono state trasferite "sulle altre principali aziende del corriere espresso operanti in Italia, a dimostrazione che la causa della crisi aziendale non va ricercata nella mancanza di lavoro", bensì per una "sofferenza di flussi di cassa". Durante un presidio al ministero del Lavoro, il capo della Segreteria del sottosegretario Durigon ha ricevuto una delegazione del sindacato, affermando che a breve si aprirà un Tavolo di crisi. Il SiCobas ha quindi chiesto di favorire l'acquisizione di Sgt da parte di altri soggetti o comunque ricollocare i lavoratori nelle altre aziende dove si è spostato il lavoro.
Sulla vicenda è intervenuta il 25 marzo anche l'associazione degli autotrasportatori Trasportounito, secondo cui la Sgt ha inviato il 20 marzo una lettera ai clienti su cui annuncia che "a causa di forti tensioni economiche, finanziarie ed operative non sarà garantita la corretta prosecuzione dei servizi". L'associazione ricorda che per il corriere espresso lavorano in subappalto circa duecento imprese di autotrasporto. "I periodici crolli di questo tipo di gruppi e società che approfittano dell'assenza di tutele a favore delle imprese di autotrasporto (pagandole poco e in tempi generalmente lunghi) dimostrano che l'impianto normativo a tutela dell'autotrasporto deve essere urgentemente revisionato, con l'introduzione concreta di reali garanzie e tutele, finalizzate ad evitare che a pagare il conto siano sempre le imprese che effettuano i trasporti ed i loro dipendenti", termina Trasportounito.
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