La Francia non fa un passo indietro sul progetto della nuova linea Torino-Lione, anzi, avanza senza indugi. La titolare del dicastero delle Infrastrutture (che Oltralpe reca il nome di ministero della Transizione Ecologica e Solidale) Elisabeth Borne ha firmato una decisione ministeriale indirizzata a Sncf Réseau. Con questo atto si chiede alla società delle ferrovie statali responsabile della rete di avviare subito un progetto di studio per mettere a punto gli investimenti necessari per realizzare la linea di accesso al nuovo tunnel di base del Moncenisio. Questo sia individuando eventuali tratte della ferrovia storica da modernizzare, sia con la realizzazione di tratte ex novo.
L'indirizzo governativo indica due tappe da percorrere. La prima: in attesa della realizzazione di nuove linee, Sncf Réseau elaborerà un progetto generale per la Digione-Modane in modo da individuare gli investimenti adatti a incrementare al più presto le prestazioni per tutti i trasporti, passeggeri e merci. Il significato di questa prima tappa non va confuso con la posizione degli avversari della nuova Torino-Lione che in Italia chiedono di intervenire sulla ferrovia esistente, abbandonando qualunque progetto di nuova linea. In sostanza, in Francia si pensa che non si può attendere il 2030, anno in cui si prevede di aprire all'esercizio il tunnel di base, senza fare nulla nel frattempo per valorizzare la modalità ferroviaria.
La seconda tappa è quella più proiettata in avanti nel tempo, ma non per questo meno significativa, anzi. Sncf Réseau dovrà mettere a punto un progetto sulle nuove tratte di accesso al tunnel internazionale. Dovrà studiare come programmare e realizzare i vari interventi per fasi funzionali in modo da aumentare la capacità di accesso al traforo di base secondo l'evoluzione prevedibile dei traffici. La decisione ministeriale non si ferma a questa precisa indicazione data alla società che sovrintende la rete ferroviaria francese. Sarebbe sufficiente questo, ma si vuole offrire anche una cornice politica di garanzia.
Un comitato direttivo, sotto la guida del Prefetto regionale e coinvolgendo le comunità locali, controllerà l'attuazione del programma di studio di Sncf Réseau. Non deve sfuggire il significato di questa scelta, in quanto sono gli amministratori e i politici locali quelli che più hanno fatto pressione sul governo centrale perché non si rinunciasse a realizzare la linea di accesso al tunnel di base, seppur per fasi funzionali. Tutto questo quando sembrava che la nuova tratta tra Lione e Saint-Jean-de-Maurienne fosse rinviata in uno scenario temporale post 2030.
Accanto al comitato direttivo ora costituito, era già previsto un osservatorio permanente per monitorare la saturazione delle attuali linee di accesso. Elisabeth Borne ha anche stabilito una precisa tempistica. Nell'estate del 2019 dovrà essere presentato un primo report su quanto si intende fare. Quella data, casualmente, coinciderà anche con il termine dei lavori di scavo dei primi nove chilometri di tunnel di base a Saint-Martin-la-Porte.
Piermario Curti Sacchi
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