Le Ferrovie federali svizzere sono impegnate in primo piano nella sperimentazione di soluzioni per rendere più competitivi i trasporti su ferro investendo su due aspetti strettamente legati tra loro: riduzione dei tempi di formazione dei treni e quindi riduzione dei costi operativi. Fino al 2023 si stima di investire 80 milioni di euro nei sistemi di automazione. Tra questi c'è l'accoppiamento automatico e la prova freni digitale, aspetti che riducono drasticamente i tempi di composizione nella massima sicurezza. Con i primi cento carri merci così predisposti è stato possibile nel maggio 2019 dare il via definitivo all'esercizio regolare.
Relativamente semplice ma geniale anche la soluzione adottata in fase di manovra per poter operare senza vincoli su carri tradizionali ed evoluti. Si tratta dell'accoppiamento ibrido. In questo modo le locomotive sono in grado di manovrare sia carri merci con aggancio automatico sia carri con il tradizionale tenditore a vite. A luglio 2018 ha avuto inizio la trasformazione della prima locomotiva di linea che è stata sperimentata con successo. A maggio 2019 sono ormai 25 le macchine equipaggiate con questo sistema. Ora la sfida si allarga al contesto europeo, perché l'iniziativa avrà successo soprattutto se sarà seguita dalle altre amministrazioni ferroviarie continentali.
Un'ulteriore soluzione per accelerare le procedure è data da un'apposita applicazione attraverso cui il personale addetto alla formazione del treno può scansionare il codice del carro sul suo dispositivo mobile, integrare i dati con il peso e completare il check-in una volta caricato. L'informazione viene così trasmessa direttamente a FFS Cargo, a disposizione anche della clientela interessata. Contestualmente è arrivata al primo giro di boa, e con risultati giudicati ampiamente positivi, la sperimentazione di una nuova famiglia di carri merci da parte di SBB-FFS Cargo, la divisione merci delle ferrovie federali svizzere.
Il carro del futuro si chiama 5L, un numero e una lettera con i quali vengono sintetizzate le sue caratteristiche, vale a dire silenziosità, leggerezza, solidità di marcia, ottimizzazione per la logistica e orientamento al costo del ciclo di vita. Il progetto è stato sviluppato da SBB Cargo in collaborazione con tredici aziende internazionali di tecnologia ferroviaria. Si tratta di sedici carri portacontainer di foggia tradizionale, ma dotati di una serie di componenti innovativi. Tra agosto e settembre 2017 sono state eseguite le misurazioni delle emissioni sonore: sui rettilinei il carro 5L è risultato fino a 6 decibel più silenzioso di un esemplare tradizionale, il che equivale a un dimezzamento circa del livello di emissioni sonore.
Il progetto è stato avviato concretamente nel giugno 2018. Obiettivo delle ferrovie svizzere era sperimentare queste soluzioni fino a 100.000 km l'anno in un quadriennio per stendere quindi un bilancio finale.
Ora ad aprile 2019 si è arrivati a una percorrenza tra i 20.000 e i 30.000 km per i diversi carri. La sperimentazione è anche legata al fatto che i componenti principali di un carro sono forniti da diverse aziende e quindi si vuole fare un confronto tra le varie proposte. Sono cinque in particolare gli aspetti che vengono approfonditi con i diversi fornitori di componenti: carrelli, accoppiamento automatico, sale montate (l'insieme di ruote e assili), freni a disco e sistemi di controllo digitali. Tutti i carri sono dotati di sensori che misurano vari parametri lungo l'intero percorso raccogliendo dati su percorrenza, qualità di marcia, velocità, consumi, risparmio energetico.
Piermario Curti Sacchi
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