Le uscite volontarie sono state già introdotte da FedEx negli Stati Uniti lo scorso dicembre e la società sta valutando d'introdurlo anche in Europa. Per ora è un programma che FedEx inserisce nel campo delle possibilità, ma intanto lo ha anticipato ai sindacati italiani durante una riunione del 15 maggio, dove la società ha precisato che se un piano di ridimensionamento dei dipendenti sarà introdotto anche in Italia, ciò avverrà con un confronto con le sigle. La spinta viene anche dai risultati ottenuti dal Gruppo nel 2018, che sono inferiori alle attese. Intanto procede la ristrutturazione della rete seguita all'acquisizione di Tnt, avvenuta nel 2016, che dopo avere coinvolto le funzioni operative e commerciali, interesserà le funzioni di supporto in un contesto che mostra elementi critici per l'intero settore del trasporto espresso.
Riguardo al mercato in generale, FedEx sottolinea tre elementi: un notevole aumento della competizione globale e l'istituzione di dazi, la bassa crescita economica in Europa e nel mondo con previsioni di un ulteriore peggioramento e la Brexit. Tra i nodi da sciogliere per completare l'integrazione, la società cita gli elevati costi fissi e il passaggio da un modello geografico a uno funzionale. Perciò intende ridurre i costi della struttura, un'azione che solleva alcune preoccupazioni sul fronte sindacale.
Un nodo operativo da sciogliere è quello dell'appalto a terzi della movimentazione nei centri distributivi e nel trasporto. Le sigle chiedono un protocollo che regoli tali attività e una verifica degli attuali fornitori. In particolare, i sindacati chiedono condizioni stringenti sulla legalità dei fornitori e il riconoscimento per tutti i loro dipendenti del contratto nazionale, compresa la clausola sociale e il versamento dei contributi Sanilog ed Ebilog. Altre richieste sono riconoscimento delle tutele e dei diritti, una maggiore attenzione alla prevenzione della salute ed la sicurezza, strumenti per verificare l'orario effettivo di lavoro, il riconoscimento e l'esigibilità della contrattazione di secondo livello.
Nell'incontro del 15 maggio i sindacati hanno posto sul tavolo anche l'attività dei sindacati di base, che le sigle confederali intendono "arginare". Quindi chiedono all'azienda di "assumere un comportamento coerente rispetto alla pratica delle relazioni industriali e di assumere l'impegno ad intrattenere rapporti trasparenti e costruire accordi con le organizzazioni sindacali confederali stipulanti il Ccnl e lo stesso protocollo". Ma i sindacati di base difficilemnte si faranno espellere dai siti di fedEx e Tnt, quindi si può prevedere un aumento della tensione tra i due fronti sindacali.
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