La condanna di questa mattina non mette in pericolo il Governo, perché il vice-ministro ai Trasporti Rixi poco dopo la sentenza ha presentato le dimissioni "per non creare problemi al Governo". Immediatamente, il capo della Lega lo ha nominato responsabile nazionale Trasporti e Infrastrutture del partito. In questo modo viene disinnescata una temuta crisi che sarebbe stata causata dalla richieste, ampiamente annunciate in caso di condanna, di dimissioni provenienti dal Movimento Cinque Stelle. Però si complica la situazione al ministero dei Trasporti, dove l'8 maggio scorso è stata revocata la carica si sottosegretario – da parte del Presidente del Consiglio – ad Armando Siri, anche lui in quota Lega. Ora restano il ministro Danilo Toninelli e il sottosegretario Michele Dell'Orco, entrambi pentastellati.
Sicuramente la Lega non lascerà scoperto un ministero così importante, non solo per le risorse finanziarie che muove, ma anche per le competenze, che spaziano dalla costruzione delle infrastrutture ai rapporti col mondo del trasporto, dai porti al controllo della Guardia Costiera. È quindi possibile che in breve tempo siano nominati due sostituti ma anche, come ipotizza qualche analista, che la Lega chieda un rimpasto dell'intero ministero, pretendendo la testa di Toninelli, con cui i leghisti non hanno un buon rapporto e con cui Rixi e Siri hanno discusso su diversi argomenti.
Edoardo Rixi è stato condannato in primo grado nell'ambito dell'inchiesta soprannominata "spese pazze", che lo coinvolge quando lui era consigliere regionale della Liguria. La sentenza ha condannato complessivamente diciannove persone. Secondo l'accusa, alcuni consiglieri si sono fatti rimborsare con soldi pubblici spese personali, giustificandole per istituzionali, dal 2010 al 2012. Rixi ha subito una condanna a tre anni e cinque mesi per peculato e falso, con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca di 56.807 euro. I suoi legali hanno annunciato che presenteranno appello.
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