Alptransit sud si farà e molto prima di quanto previsto inizialmente. L'impegno, per certi versi assolutamente inatteso, è contenuto in un atto formale sottoscritto dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga a capo del Datec (in pratica il ministero dei Trasporti svizzero). La tratta a sud di Lugano che completa verso l'Italia il corridoio della nuova ferrovia transalpina conosciuta come progetto Alptransit, a dire il vero era già prevista, ma inserita in quella che si chiama "fase di ampliamento 2035 dell'infrastruttura ferroviaria svizzera". Un lavoro già pianificato, dunque, ma in un orizzonte temporale molto spostato in avanti, anche se il progetto Alptransit sud non è semplicemente una linea disegnata sulla carta ma ha già un grado di dettaglio piuttosto elevato. Perché dunque questo colpo di acceleratore?
Perché il Datec pensa di suddividere la tratta che va da Lugano a Chiasso in due lotti da realizzare a tappe, la prima delle quali dovrebbe essere quella che collega Melano, località sulle sponde del lago di Lugano ai piedi del Monte Generoso, con Chiasso. Si tratta di una manciata di chilometri, poco più di dieci, relativamente semplici da realizzare. Il Datec precisa che sono già stati realizzati studi idrogeologici nell'area del ponte-diga di Melide e un'analisi geologica approfondita per quanto riguarda il Monte Generoso. Questi sondaggi rendono possibile l'ipotesi di partire con una prima tappa da Chiasso a Melano. Prima di procedere dal punto di vista operativo occorre però attendere l'aggiornamento della "Prospettiva a lungo termine della ferrovia", uno strumento che sarà discusso e varato dal parlamento svizzero nel 2022.
Si tratta dunque di tempi tecnici da rispettare, anche se sarà possibile anticipare abbondantemente la prospettiva del 2035. La suddivisione in due tappe consente comunque di avviare un progetto che sembrava confinato nelle buone intenzioni a causa sia dei costi di realizzazione (stimati in cinque miliardi di euro), sia per l'impegno tecnico non indifferente. Scartata l'ipotesi di un quadruplicamento in sede per l'impatto ambientale devastante, tra Lugano e Chiasso erano state prospettate quattro varianti di tracciato, due a ovest e due a est lungo l'attuale direttrice. Le due varianti occidentali comportavano una sfida tecnica rilevante perché una prevedeva di attraversare il lago con un ponte sommerso, la seconda con un ponte classico ma con fondazioni particolarmente complesse vista la profondità dello specchio d'acqua. L'ipotesi ora avanzata, quella di realizzare una prima tappa tra Chiasso e Melano mette dunque un punto fermo sulla scelta del tracciato, quello a est lungo il braccio sud del Ceresio. In una fase successiva si dovrà stabilire come attraversare il lago e ricongiungersi con Lugano e soprattutto con l'interconnessione merci a nord, in località Vezia dove termina il tunnel di base del Ceneri.
Piermario Curti Sacchi
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