La notizia arriva dalla Spagna e annuncia una novità che potrebbe essere esportata magari su una rotta per noi più promettente come quella della Via della Seta. L'Aesf, vale a dire l'Agencia Estatal de Seguridad Ferroviaria, ha autorizzato al regolare servizio commerciale i carri merci ferroviari a scartamento variabile. Messo a punto e sperimentato congiuntamente da tre società, Adif, Azvi e Tria, il sistema di assali a larghezza variabile consente di circolare sulla rete europea anche in presenza di scartamenti (la distanza tra le due rotaie) diversi.
Questo in particolare perché tutta l'Europa continentale adotta sulla rete principale (escluse ferrovie locali non connesse o di montagna) lo scartamento definito standard o internazionale di 1435 mm, mentre la penisola Iberica (Spagna e Portogallo), con la sola esclusione delle linee ad alta velocità, quello largo di 1668 mm. La frontiera con questi stati, dal punto di vista ferroviario, rappresenta dunque una barriera tecnica non indifferente.
Mentre i treni passeggeri hanno risolto da tempo il problema con la tecnologia Talgo che è diventata addirittura sinonimo del sistema a scartamento variabile, per i carri merci finora non c'è stato nulla da fare. Con l'omologazione definitiva del nuovo sistema le cose possono cambiare. Il segreto sta nella larghezza variabile degli assili, come se fossero telescopici, che possono adattarsi automaticamente attraverso il transito su apposite piattaforme di cambio scartamento con il solo vincolo di doverle percorrere a bassa velocità. I treni merci equipaggiati con questi carri al passaggio delle frontiere con la penisola iberica non avranno più rotture di carico. Per ora l'omologazione è stata ottenuta dai carri portacontainer e bisarche porta-veicoli, di fatto quelli più utilizzati in questi transiti internazionali. Hanno velocità fino a 120 km/h e carico massimo a seconda della tipologia fino a 22,5 tonnellate per asse (la più elevata nella codifica internazionale).
La domanda che sorge spontanea è: dalla Spagna al resto dell'Europa si può esportare questa soluzione? Come non pensare alla Via della Seta e al transito attraverso la Russia e le ex repubbliche sovietiche che adottano lo scartamento largo da 1520 mm. Diciamo subito che neppure per i treni passeggeri viene adottato un omologo del sistema Talgo spagnolo. Anzi. Arrivato al confine tra i due scartamenti, tutto il treno passeggeri viene scomposto e passa in officina per il cambio. Ogni vettura viene sganciata e sollevata dai carrelli mediante argani. I carrelli vengono sfilati tutti insieme e al loro posto attraverso apposite funi vengono posizionati i carrelli russi. Vengono quindi sostituiti anche i ganci a tenditore europei con quelli automatici russi.
Mentre tutti i viaggiatori rimangono rigorosamente sul treno, tra manovre varie e controlli di frontiera passano mediamente quattro ore. E per i treni merci? Risulta molto più semplice trasferire i singoli container dai carri europei a quelli russi e viceversa come un normale trasbordo in un terminal intermodale. La soluzione adottata in Spagna però potrebbe aprire nuovi scenari come quelli della Via della Seta, ma standard differenti e normative non omogenee dicono che ci sarebbe ancora molto da fare.
Piermario Curti Sacchi
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