I grandi aerei da trasporto Antonov AN-124 sono al centro di un conflitto tra Ucraina e Russia, scaturito dal rifornimento dei ricambi attuato dalla compagnia aerea russa Volga-Dnepr, che usa dodici esemplari di questo modello. Il giornale Cargo Forwarder International racconta che la vicenda è iniziata con una causa avviata da uno studio legale ucraino per tutelare gli interessi dell'Antonov, che dopo la caduta dell'Unione Sovietica è controllata dal Governo di Kiev.
I legali hanno chiesto di fermare cinque Antonov 124-100 della Volga-Dnepr perché è scaduta l'autorizzazione al volo del costruttore per violazioni tecniche che riguardano l'uso di ricambi non originali durante la revisione delle quattromila ore di volo. Questo perché la stessa Antonov non ha più fornito assistenza e ricambi alla compagnia russa, come ritorsione all'annessione della Crimea da parte della Russia. Quindi Volga-Dnepr ha usato repliche costruite in Russia.
Il tribunale di Kiev ha accolto il ricorso, sostenendo che questa situazione può compromettere la sicurezza dei voli e imponendo la messa a terra dei cinque velivoli. Dopo questa sentenza, il Governo russo ha avviato una campagna internazionale per far recepire la sentenza anche nell'Unione Europea e negli Stati Uniti, chiedendo non solo il bando all'atterraggio degli aerei, ma anche il loro sequestro, adducendo motivi di sicurezza. La compagnia russa replica che la sentenza di Kiev è illeggitima e che l'Agenzia federale russa per il volo ha approvato e aurotizzato i ricambi montati sugli Antonov AN124-100 fin dal 2014, certificandone così la sicurezza e autorizzandoli al volo.
A tale proposito, Volga-Dnepr afferma che per volare sullo spazio aereo internazionale è sufficiente l'approvazione delle Autorità del Paese dove ha sede la compagnia, quindi la richiesta di fermare i suoi aerei in altri Paesi è illegale. A questo punto sulla questione dovrebbe interventire l'Icao, l'Agenza delle Nazioni Unite che ha competenza sulle questioni aeronautiche, che però non si è ancora espressa.
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