Quando il Terzo Valico ferroviario dei Giovi entrerà operativamente in attività, auspicabilmente nel 2023, c'è il rischio che non sia sufficiente ad accogliere i volumi di container previsti in transito dai principali terminal container di La Spezia, Genova e Vado Ligure. Questi tre porti, infatti, a regime potrebbero generare un flusso di merci in container superiore alla disponibilità di tracce ferroviarie per i treni cargo. Il tema è stato al centro del dibattito in occasione dell'ultima conviviale organizzata dal Propeller Club-Port of Milan e intitolata "La realtà attuale del Porto di La Spezia e le importanti prospettive future", cui ha preso parte la presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, Carla Roncallo, e Alessandro Laghezza, amministratore delegato dell'omonimo gruppo logistico.
Introdotta e moderata dal vertice del club meneghino, Riccardo Fuochi, Roncallo ha riepilogato gli interventi di sviluppo infrastrutturale previsti per il porto della Spezia che nel 2018, con una movimentazione di 1.485.623 teu (+0,8% rispetto al 2017) ha raggiunto un livello di pressoché totale saturazione delle banchine disponibili. "Di questi container, circa il 33%, pari a 351.500 teu, partono e arrivano via ferrovia con origine o destinazione la Svizzera, il sud della Germania, Melzo, Verona o Padova. L'obiettivo del porto per il futuro è di portare questa quota al 50%", ha spiegato la presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale.
A contribuire alla crescita dei traffici ci sarà l'ampliamento del La Spezia Container Terminal, in primis con l'allargamento del Molo Garibaldi (70 milioni di euro di opere pubbliche più 70 milioni d'investimento privato del terminalista in equipment) e il riempimento della marina di Canaletto. Ma oltre al terminal controllato da Contship Italia (al 60%) e partecipato da Msc (40%) che a regime potrà arrivare fra qualche anno a movimentare 2,5 milioni di teu annui, va considerato anche l'ampliamento del Terminal del Golfo "i cui lavori verranno banditi nei prossimi giorni per partire poi con le opere entro fine anno", ha assicurato Carla Roncallo. Per questo terminal la nuova capacità massima salirà a 600mila teu ogni anno.
L'Autorità portuale spezzina contra entro la fine del 2019 di completare la progettazione dei lavori di dragaggio necessari in porto per accogliere le grandi navi portacontainer e il bando di gara per questi interventi dovrebbe prendere forma nel corso del 2020. L'ultimo intervento chiave in prospettiva futura per il porto è il rifacimento della stazione ferroviaria La Spezia Marittima perché, "dopo l'aggiornamento del progetto precedente, lo scalo potrà disporre di un fascio di nove binari (dagli attuali quattro), di cui due da 750 metri di lunghezza in linea con gli standard europei", ha concluso la presidente.
Sebastiano Grasso, vice-presidente di Contship Italia per intermodalità e logistica, a questo proposito ha spiegato che "oggi al terminal Lsct vengono movimentati circa 980mila teu ogni anno via camion e di più non se ne possono fare. Tutto il resto dei volumi aggiuntivi di merce dovrà arrivare e partire dal porto via ferrovia e quindi si parla di oltre 1,5 milioni di teu. Oggi facciamo treni da 50 teu, quindi domani dovremo fare 70 treni al giorno, vale a dire tre ogni ora, per garantire un regolare flusso di container da e per le banchine spezzine". Un obiettivo molto ambizioso ma che il manager del gruppo Contship ritiene fattibile: "Siamo convinti di potercela fare", ha affermato, ma a condizione che si realizzino per il porto spezzino delle vie di sfogo verso nord, nord-est e verso il centro-sud.
Nel vivo di questa questione è entrato anche Eugenio Muzio, esperto di ferrovie e titolare della società di consulenza Combitec, affermando che "un obiettivo come questo è fattibile solo con la linea Pontremolese completamente rifatta e a doppio binario". Allargando poi lo sguardo al più ampio sistema portuale della Liguria, Muzio ha ricordato che "attraverso il Terzo Valico, una volta ultimato, dovranno transitare non solo i treni merci del porto di La Spezia, ma anche quelli di Genova (che fra qualche anno avrà una capacità portuale pari ad almeno 3,5 milioni di teu) e di Vado Ligure (che con la nuova piattaforma da 700mila teu movimenterà via ferro sull'asse nord-sud circa 300mila teu ogni anno)". Insomma si pone un possibile tema di criticità riguardante la disponibilità di tracce per i treni container nel caso in cui i tre scali liguri davvero raggiungessero una condizione di saturazione delle rispettive banchine. Anche se, come fa notare opportunamente qualcuno, i convogli non particolarmente pesanti potranno continuare a utilizzare come avviene oggi la linea tradizionale che risulterà meno trafficata.
Nicola Capuzzo
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