L'acquisizione dell'acciaieria di Taranto dall'Ilva da parte della multinazionale indiana ArcelorMittal non ha risolto i problemi degli autotrasportatori siderurgici. Infatti, dopo un lungo periodo caratterizzato da crediti da riscuotere e pagamenti in ritardo da parte del commissario dell'Ilva, ora il nuovo proprietario pretende una riduzione delle tariffe dell'autotrasporto, a causa "della crisi dell'acciaio in Europa" e della riduzione delle commesse in campo automobilistico, industriale e costruzioni. Secondo l'associazione Sna Casartigiani Taranto, l'industria siderurgica chiede una riduzione dell'importo minimo del 5% rispetto alla cifra finora pagata. L'associazione precisa che tale richiesta è giunta improvvisamente ad agosto, senza alcuna trattativa con le associazioni del trasporto e della logistica. Da anni, aggiunge l'associazione, gli autotrasportatori operano con tariffe che "non rispecchiano i costi sostenuti", anche perché ci sono intermediari che applicano provvigioni che variano dal 4% al 18%. "Tutto questo porterebbe a viaggiare con tariffe alla fame, che non permetterebbero di rispettare i costi minimi per garantire la sicurezza dei mezzi, le paghe contrattuali ai dipendenti, afferma Sna Casartigiani, che ha chiesto un intervento dei parlamentari ionici.
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