L'operazione annunciata a metà settembre 2019 dalla Guardia di Finanza di Cagliari riguarda due imprese di autotrasporto che avrebbero creato una frode fiscale basata su fatture false per ottenere rimborsi Iva non dovuti. I Finanzieri hanno scoperto la frode usando lo Spesometro Integrato per ricostruire i reali volumi d'affari delle due società. È un database che memorizza tutte le fatture registrate e che permette ai Finanzieri di risalire agli acquisti svolti dalle imprese, grazie anche all'invio di questionari ai clienti e ai fornitori della società che viene controllata per ottenere documenti contabili. Durante i controlli sulle due imprese di trasporto cagliaritane (di cui la Finanza non ha fornito il nome) è emerso che tra il 2014 e il 2017 avrebbero emesso fatture per operazioni insistenti verso altre due imprese con sede nell'Italia settentrionale, anch'esso operanti nell'autotrasporto, per un importo di 4.823.827 euro.
Grazie a queste false fatture, le società che le hanno ricevute hanno potuto dedurre spese inesistenti e quindi detrarre Iva in modo indebito per un valore di 1.060.440 euro.
Inoltre, durante l'indagine i Finanzieri hanno rilevato che le due aziende di trasporto cagliaritane non possedevano veicoli industriali, non avevano autisti assunti e non avevano disponibilità di piazzali o depositi, pur apparendo come sub-appaltatrici di autotrasporto per le aziende del Nord. Non solo, ma anche una delle due aziende sarde che hanno emesso fatture false, a sua volta ha ricevuto fatture per operazioni inesistenti da un'altra impresa di trasporto del Nord per un importo complessivo 395.864 euro, detraendo così indebitamente l'Iva per 89.903 euro. Al termine dell'inchiesta, la Finanza ha segnalato alla Procura tre amministratori e rappresentanti legali delle società coinvolte per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e occultamento di documenti contabili obbligatori.
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