Il porto di Trieste continua a crescere nel trasporto ferroviario merci sia nei container sia nei carichi rotabili anche se quest'ultimo segmento di mercato nella prima metà dell'anno è calato notevolmente a causa dello sfavorevole momento congiunturale in Turchia. Nel primo semestre del 2019 lo scalo ha visto aumentare del 7,37% il numero di treni (5.171 in valore assoluto) rispetto allo stesso periodo del 2018, crescono anche i container movimentati (+13,33%) per un totale di 391.068 teu, così come salgono le rinfuse solide (27,55%) che a fine giugno erano 1.010.302 tonnellate. Sempre a proposito d'intermodalità, la quota di trasporto ferroviario sul totale di container movimentati in import-export è del 55% e questo risultato supera l'obiettivo del 50% che l'Unione Europea ha posto come obiettivo di shift modale entro il 2050. Nel Punto Franco Nuovo i treni sono stati 4.007 (+6,68%) grazie al terminal container del Molo VII (+24,38%) e ai rotabili del Molo V (+9,81%). La quota di ferrovia nei ro-ro arriva invece al 24% e risulta comunque in aumento nonostante in valore assoluto i semirimorchi imbarcati e sbarcati (111.987 unità) siano calati notevolmente (-28%) nel porto.
In occasione della prima edizione dell'evento Trieste Intermodal Day, il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (Trieste e Monfalcone), Zeno D'Agostino, ha fatto anche il punto sulle nuove opere previste per potenziare ulteriormente il trasporto su ferro. "In ballo ci sono investimenti per complessivi 200 milioni di euro, di cui circa 60 in capo all'Autorità portuale. Di questi, circa 110 riguardano l'ammodernamento e il potenziamento dello scalo ferroviario di Campo Marzio da cui oggi passa il 90% del traffico via treno dello scalo", ha spiegato il presidente. Gli altri interventi riguardano una nuova derivazione del tunnel che sfocia nella parte orientale del porto, l'elettrificazione della stazione di Servola e la riapertura della stazione di Aquilinia. "Quest'ultima dispone già di binari lunghi 750 metri e sorge alle spalle del terminal Piattaforma Logistica di Trieste in via di completamento e di cui potrà diventare il relativo terminal intermodale, senza necessità di far passare i convogli da Campo Marzio" ha aggiunto D'Agostino. Possibile che l'attività immobiliare di rinascita di questa stazione possa essere affidata a investitori cinesi che, tramite China Merchants, hanno da tempo in atto anche una trattativa per rilevare la Piattaforma Logistica di Trieste.
C'è poi un'altra parte dello scalo, quella relativa all'area a caldo della ferriera di Servola destinata a essere chiusa dal gruppo Arvedi, e quindi destinata a essere restituita ad attività portuali. Vista la vicinanza al nuovo terminal controllato dal Gruppo Parisi e Icop in via di completamento, potrebbe anch'essa essere accorpata o comunque al servizio della nuova Piattaforma Logistica di Trieste. La superficie è di circa 260mila metri quadrati ma i tempi per una sua riconversione saranno necessariamente lunghi perché si tratta di aree da bonificare. La parte dell'area a fredda e il relativo accosto della ferriera rimarranno invece sotto il controllo di Arvedi che prevede di aumentare l'attività logistica e navale dello stabilimento.
Nicola Capuzzo
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto di repertorio
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!