Non si placa la tempesta su Moby e Tirrenia: il Gruppo Onorato, pur avendo per ora respinto l'assalto di alcuni Fondi non sembra rassicurare i sindacati, che già qualche settimana fa avevano espresso preoccupazione sul futuro delle due compagnie. Preoccupazione che oggi è stata ribadita dal segretario generale di Fit Cisl Liguria, Mauro Scognamillo: "Sta crescendo la preoccupazione anche a Genova per il futuro di Moby e Tirrenia: ci sono oltre trenta lavoratori amministrativi impiegati nella sede genovese che temono per il loro futuro. La situazione sta diventando sempre più critica non solo a Genova ma in tutte le città italiane dove si trovano le sedi dell'azienda. Stiamo parlando di migliaia di lavoratori tra marittimi italiani, lavoratori diretti e indiretti". A Genova lavorano cinque persone per la manutenzione di Moby e venticinque impiegati in Tirrenia.
"C'è grande incertezza su queste aziende, legata anche alle guerre intestine fra armatori allettati dalle sovvenzioni statali per le isole: sussiste davvero il rischio che tantissimi lavoratori possano trovarsi senza occupazione da un giorno all'altro", aggiunge il segretario della Fit Cisl. "L'assordante silenzio da parte della politica locale ci ha fatto lanciare il grido d'allarme affinché si possa finalmente avere un segnale di attenzione, cosa che mesi fa, per i quindici dipendenti di Tirrenia oggetto di trasferimenti a Livorno e licenziamenti, non c'è stata". Il sindacato chiede un intervento del Governo perché "i ministeri competenti oggi non hanno ancora compreso la gravità di quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane, e dai quali non abbiamo risposte".
Il Gruppo Onorato deve affrontare anche il fronte bancario e in particolare Unicredit, che aveva accusato di essere responsabile della mancata vendita di due traghetti alla Dfds, operazione che avrebbe portato liquidità nel gruppo armatoriale. L'istituto bancario ha respinto "immediatamente e con forza" tale accusa, aggiungendo che sta valutando azioni legali per il danno subito da tali dichiarazioni. Onorato ha ribattuto affermando di avere risposto puntualmente alle richieste di documentazione da parte di Unicredit durante la procedura di vendita dei traghetti, mentre la banca non avrebbe informato la compagnia marittima di una diffida inviata dai bondholders (ossia i Fondi che hanno acquistato obbligazioni Moby).
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