Il Frejus ferroviario diventa un valico sempre più stretto da percorrere. Oltre a essere poco competitivo perché limita la capacità di carico e richiede costose trazioni multiple, deve fare i conti con la sicurezza. E con norme sempre più stringenti. Il comitato tecnico di sicurezza, costituito all'interno della Commissione intergovernativa per la Torino-Lione ha approvato nella seduta dell'11 dicembre 2019 un ulteriore giro di vite rispetto all'attuale operatività della vecchia galleria ottocentesca, delibera che sarà notificata ai gestori della rete ferroviaria comune tra Italia e Francia.
Attualmente il tunnel del Frejus può essere percorso da 91 treni al giorno con alcune limitazioni in quanto non dispone né di una galleria di sicurezza né di vie di fuga. Per questo motivo, per evitare rischi, viene escluso l'incrocio in galleria tra un treno merci e uno passeggeri anche se, ovviamente, vanno in direzione opposta. Con le nuove regole non saranno più possibili gli incroci, indipendentemente dalla tipologia di treni. In pratica è come se il tunnel si trasformasse in una linea a singolo binario. La capacità quindi precipita a 46 treni al giorno, rendendo di fatto satura la tratta.
Non sarà quindi possibile aggiungere altri treni rispetto ai pochi che oggi circolano, perché non ci sono più tracce orario libere. Tradotto in numeri significa una potenzialità di circa 30 treni merci al giorno, un numero irrilevante rispetto alla domanda di trasporto lungo il corridoio Italia-Francia percorso ogni anno da tre milioni di Tir.
La decisione, motivata da ragioni di sicurezza, suona quasi come una pietra tombale sulla vecchia ferrovia, rendendo sempre più pressante l'esigenza di disporre di una nuova linea ad alta capacità. Tanto per fare un confronto, sotto il San Gottardo transitano fino a 160 treni al giorno e una volta conclusi i lavori sul corridoio svizzero con l'apertura del Ceneri nel dicembre 2020 e l'adeguamento della sagoma sull'intera direttrice nord-sud si potrà arrivare a 260 treni merci al giorno. Se gli stessi interventi fossero attuati sia a sud verso l'Italia sia in Germania, la potenzialità potrebbe arrivare addirittura a 400 treni.
Piermario Curti Sacchi
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