L'organizzazione internazionale IMO ha introdotto dal 1° gennaio 2020 l'obbligo per tutte le navi, a livello globale, di utilizzare combustibile con un tenore massimo di zolfo dello 0,5%, ossia tre punti in meno rispetto al limite in vigore fino al 31 dicembre 2019 (il tenore massimo ammesso per i veicoli industriali e dello 0,001%). Questo provvedimento ridurrà drasticamente le emissioni di ossidi di zolfo, ritenuti responsabili delle piogge acide e di malattie respiratorie e cardiovascolari. L'Unione Europea ha introdotto quest'obbligo in alcune aree ritenute fragili, come il Mar Baltico e il Mare del Nord, nel 2015, con una percentuale massima di zolfo dello 0,10% e secondo una nota della Commissione Europea in queste zone la concentrazione di biossido di zolfo si è più che dimezzata. Sempre in tema di riduzione dell'impatto ambientale delle navi, l'Unione Europea ha adottato nuove norme sugli impianti portuali di raccolta, che assicurano che i rifiuti generati a bordo di imbarcazioni o recuperati in mare siano raccolti e trattati nei porti e sta collaborando con l'IMO per affrontare le questioni relative alle acque di scarico dei sistemi di post-trattamento utilizzati dalle navi.
L'introduzione del carburante a basso tenore di zolfo sta causando un aumento dei noli marittimi, perché costa più di quello precedente. In Italia, le compagnie marittime che offrono servizi di autostrade del mare hanno annunciato aumenti delle tariffe d'imbarco dei veicoli industriali fino al 30%, provvedimento che sta causando proteste degli autotrasportatori, soprattutto in Sicilia e Sardegna. Oggi è stato bloccato l'accesso ai veicoli pesanti nel porto di Catania e ci sono stati presidi a Palermo, Termini Imerese, Cagliari, Olbia e Porto Torres.
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