Nel 2019, gli aeroporti italiani hanno movimentato 1.103.663 tonnellate di merce, registrando un calo del 3,2% rispetto all'anno precedente. È un dato coerente con quello globale e che prosegue un declino iniziato già nel 2018. In rosso è andato il principale aeroporto cargo italiano, Malpensa, che lo scorso anno ha movimentato 558.481,482 tonnellate, il 2,5% in meno del 2018. Lo scalo lombardo non ha beneficiato neppure della chiusura di Linate per tre mesi, a causa del rifacimento della pista e della ristrutturazione del terminal. Perde quota anche il secondo scalo merci italiano, Roma Fiumicino, che con 194.526,80 tonnellate mostra una flessione del 5,5%, mentre al terzo posto c'è Bergamo Orio al Serio (specializzato in corrieri aerei) con 118.964 tonnellate (-3,3%). In Lombardia emerge però Brescia Montichiari, che nel 2019 ha movimentato 30.695 tonnellate, crescendo del 29,1%, grazie probabilmente alla chiusura di Linate. L'elenco dei principali scali italiani è completato da Venezia con 63.970,197 tonnellate (-6%) e Bologna con 488.32,512 tonnellate (-7,3%). Tra gli altri aeroporti spiccano due del sud: Bari, che ha movimentato 2273 tonnellate crescendo del 29% e Palermo, che ha movimentato 1166 tonnellate, crescendo del 211,8%. Viceversa, Verona ha subito un crollo del 70,7%, scendendo a 1155,16 tonnellate.
Assaeroporti ritiene che la riduzione del cargo aereo impone "in una fase storica caratterizzata da una forte competizione nel mercato del trasporto aereo, di valutare con estrema attenzione l'impatto degli interventi normativi, fiscali e regolatori sul settore, i quali, se non adeguatamente ponderati in tutti i loro possibili effetti, rischiano di comprometterne la solidità del settore". Per il rilancio del cargo, l'associazione ritiene necessarie "l'aumento delle rotte e dei collegamenti aerei, la riduzione della pressione fiscale, la semplificazione delle procedure, lo sviluppo intermodale delle infrastrutture del Paese".
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