Negli ultimi diciotto mesi, novecento chili di sostanze stupefacenti di vario tipo sono rimasti incagliati nella rete dei controlli stesa alla cargocity della Malpensa da Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane. Il bilancio dei sequestri è stato comunicato alla fine di gennaio 2020. I sequestri riguardano circa 50mila spedizioni provenienti soprattutto dagli Stati Uniti, dalla Spagna e dall'Africa Orientale. Si tratta generalmente di piccole partite, perché le spedizioni più grosse arrivano in Italia sui container marittimi, usati soprattutto per la cocaina impostata dall'America Latina. Alla cargocity della Malpensa è arrivato soprattutto il kaht, di cui ne sono stati intercettati 700 chili. È una sostanza derivata da una pianta coltivata nel Corno d'Africa che ha principi attivi che deperiscono rapidamente (circa 48 ore sopo la raccolta) e che quindi richiede un trasporto rapido. Nella lista seguono marijuana e hashish, rispettivamente 160 kg e 14 kg, e la cocaina (otto chili), un altro centinaio di chilogrammi comprende altre sostanze, alcune delle quali sintetiche. I controlli fisici avvengono sulla base di una procedura di valutazione del rischio delle spedizioni che transitano dall'area cargo dell'aeroporto, alcune delle quali sono in transito per altri Paesi.
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