Il sistema portuale italiano pare inadeguato ad affrontare l’emergenza del coronavirus e quando attua dei provvedimenti lo fa senza alcun coordinamento. Lo afferma il 25 febbraio 2020 il presidente di Federlogistica-Conftrasporto, Luigi Merlo, secondo cui “solo in un’emergenza come quella che stiamo vivendo, forse ci si rende conto di quanto sia fondamentale per la vita di un Paese il settore logistico, oltre al trasporto marittimo e terrestre. In condizioni normali si da tutto per scontato, ma nel mercato globale la logistica è divenuta l’asse portante e indispensabile della nostra economia”.
I problemi che il trasporto e la logistica stanno affrontando sono il frutto di diverse cause, tra cui spiccano “l’assenza di direttive univoche, lo spontaneismo regionale e un allarmismo in taluni casi eccessivo, che rischiano di complicare moltissime attività”. Nel caso dei porti, Merlo aggiunge che “assistiamo a iniziative di singole Autorità di Sistema Portuale quando sarebbe necessaria una linea chiara e unica”. Inoltre, si sconta il ritardo nell’applicazione di alcuni provvedimenti, come lo Sportello Unico Doganale e il potenziamento degli organici della sanità marittima, che agevolano il flusso delle merci. In tale contesto, “le aziende stanno rispondendo con responsabilità ed efficienza, ma la babele di provvedimenti e ordinanze nazionali, regionali e comunali rischia di fare danni enormi all’economia e allo stesso tempo di non garantire un adeguato servizio ai cittadini”.
Merlo ritiene che la vera crisi nei porti debba ancora arrivare: “Nel settore portuale gli effetti negativi sulla riduzione degli scambi gli avvertiremo solo a partire dal mese di marzo e si annunciano preoccupanti”. Per affrontare questa tempesta, Merlo chiede al Governo di azzerare la tassa di ancoraggio e di ridurre per alcuni mesi i canoni demaniali portuali.