La psicosi del coronavirus colpisce anche il trasporto combinato strada-mare. Per ora lo sta facendo solo sulle rotte internazionali, dove la paranoia del contagio proveniente dall’Italia ha colpito due ro-ro italiane nel porto di Malta. Secondo quanto riferisce il quotidiano locale Malta Today il 24 febbraio 2020, la mattina i portuali della Valletta si sono rifiutati di salire nei garage delle ro-ro Maria Grazia Onorato di Tirrenia ed Eurocargo Malta di Grimaldi per scaricare i semirimorchi destinati all’isola. I lavoratori hanno chiesto un presidio medico che fornisse loro l'autorizzazione a salire a bordo, non fidandosi dei nullaosta presentati dalle Autorità. Pare che i portuali temessero un contagio sia degli equipaggi, sia delle merci.
Dopo questo fatto, la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, ha precisato che “Le merci non sono contaminate. Dobbiamo dire a qualche Paese europeo che le scelte che stanno facendo di chiedere la certificazione alle merci che provengono dall’Italia sono sleale concorrenza e io chiedo che la Commissione Europea si attivi su questo per dare un’informazione puntuale. Le merci che partono dall’Italia sono sane e sono garantite come lo erano prima".
Malta non pare voler accogliere i traghetti provenienti dall’Italia anche prima dell’epidemia di Covid-19. Nel marzo del 2018 lo stesso Malta Today ha pubblicato un articolo che riferiva le dichiarazioni di alcuni camionisti maltesi che chiedevano maggiori controlli all’ingresso dei veicoli industriali italiani per contrastare il contrabbando e il traffico di droga. Da queste dichiarazioni è emerso però che la vera lamentela degli autotrasportatori maltesi riguardava i controlli che loro subivano in territorio italiano, soprattutto in Sicilia. Il vero nodo della questione è chi debba trasportare le merci che i maltesi preferiscono acquistare in Italia perché costano meno. I maltesi sostengono che gli italiani praticano dumping sul trasporto offrendo tariffe inferiori alle loro.