Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, ha tagliato il nodo dell’autorizzazione alla fusione dei terminal container del porto di Genova di Psa Pra’ e Sech girando il fascicolo all’Avvocatura di Stato, dopo avere atteso inutilmente una risposta dal ministero dei Trasporti. La questione è se sia possibile superare il divieto della Legge 84/94 per un operatore di gestire due terminal che svolgono la stessa attività all’interno dello stesso porto. In questo caso, la società interessata è Psa, che oltre ad avere il pieno controllo del Psa Pra’, vuole aumentare la sua quota nel Sech, per portarla al 62% (oggi è del 40%).
Sull’operazione, l'Autorità portuale non ha ricevuto nemmeno una risposta definitiva dalle Autorità di controllo: “Per l'operazione Psa-Sech non abbiamo avuto indicazioni dall'Autorità Garante per la Concorrenza che pure ha acquisito le informazioni e invece dall'Autorità dei Trasporti abbiamo avuto la richiesta di essere informati del parere del ministero dei Trasporti, se reso".
Psa ha bisogno del via libera dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per conquistare il Sech, ma Signorini vuole avere solide garanzie legali prima di accendere il semaforo verde, anche perché potrebbe trovarsi di fronte a ricorsi. Infatti, nei giorni scorsi aveva dichiarato la sua opposizione alla fusione Gianluigi Aponte, il potente fondatore e comandante di Mediterranean Shipping Company, secondo cui questa operazione creerebbe un monopolio nel traffico container a Genova. Aponte è andato oltre, candidandosi lui all’acquisizione del Sech. Ma anche il suo Gruppo ha già una solida presenza sotto la Lanterna, tramite partecipazioni in Calata Bettolo e Messina.