Il 6 marzo 2020, la Guardia di Finanza di Bologna ha annunciato l’operazione Mandrake, che deriva dalla precedente operazione Pagherò, che nell’ottobre del 2017 ha portato all’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei componenti di una intera famiglia titolare di una serie di aziende operanti nel settore dei trasporti. Con l’operazione di quest’anno, la Finanza ha sequestrato 4,8 milioni di euro a un avvocato romano che sarebbe coinvolto nella frode fiscale come consulente.
Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero attuato un meccanismo di bancarotte a catena con il quale costituivano società che accumulavano crediti verso l’Erario e che poi erano fatte fallire senza pagare, mentre gli asset e l’attività erano trasferiti a una nuova società, che a sua volta era fatta fallire. Le società erano intestate a prestanome, ma di fatto erano gestire dagli imputati. Già durante l’operazione Pagherò la Finanza aveva sequestrato un’azienda del valore di cinque milioni e beni per altri quattro milioni.
Secondo la Finanza, il professionista romano che ha subito il sequestro “avrebbe partecipato attivamente all’organizzazione del sistema fraudolento, occupandosi del supporto legale alle attività illecite che venivano ideate e poste in essere, percependo un compenso di circa duecentomila euro che è stato sottoposto a sequestro unitamente alle somme fraudolentemente sottratte alle pretese creditorie dell’Erario per un importo complessivo pari a 4,8 milioni di euro”.