Le conseguenze dell’epidemia di Covid-19 hanno compiuto l’8 marzo 2020 un passaggio fondamentale con la firma da parte del Presidente del Consiglio del Decreto che estende i limiti agli spostamenti in un’ampia area del Centro-Nord che comprende l’intera Lombardia più le provincie di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.
È un bacino che comprende milioni di abitanti e produce una parte rilevante del Pil italiano, con migliaia d’imprese produttive che esportano in tutto il mondo e piattaforme logistiche che servono un’area molto più ampia di quella chiusa. È anche un bacino dove ogni giorno viaggiano migliaia di veicoli industriali indispensabili per il rifornimento di negozi, supermercati e aziende dell’intera Zona Arancione.
Uno dei provvedimenti più importanti del Decreto dell’8 marzo è la limitazione degli spostamenti tra la Zona Arancione e l’esterno fino al 3 aprile, con l’eccezione di quelli per comprovate esigenze lavorative e per motivi di salute. La prima domanda che sorge a chi ha seguito l’impatto sulla logistica causato dalle due settimane seguenti il 22 febbraio - ossia dopo la creazione di due piccole Zone Rosse nel basso lodigiano e nel padovano - e se il Governo ha previsto che cosa potrà accadere al trasporto e alla logistica con questo provvedimento. Ciò vale anche se formalmente si permetterà ai camion di entrare e uscire dalla nuova Zona Rossa, perché l’esperienza dei giorni scorsi ci dice chiaramente che le imprese di autotrasporto tendono a evitare di mandare i loro autisti nelle zone ristrette per evitare che siano costretti – dalle normative nazionali o dalle circostanze – a metterli in quarantena.
Facciamo un esempio concreto. Nei giorni scorsi il Governo rumeno ha imposto a tutti coloro che sono entrati in una Zona Arancione italiana, quindi anche agli autisti di veicoli industriali, un periodo di quarantena, indipendentemente se mostrano sintomi della Covid-19. La conseguenza è che le aziende di autotrasporto non mandano i loro veicoli in tali zone, per evitare di trovarsi decine di autisti a terra per almeno due settimane. Decisioni simili sono state prese da numerose altre aziende di autotrasporto in tutta Europa ed è facilmente prevedibile che ciò avverrà con l’intera Lombardia e con le altre 14 provincie. Così come avverrà il contrario: altri Paesi europei potranno respingere camion provenienti dalla Zona Arancione italiana o che comunque ci sono stati nei giorni precedenti.
Ma le stesse imprese di autotrasporto italiane potranno vivere una situazione analoga tra quelle che operano dentro la Zona Arancione e quelle che operano fuori. I camion delle prime potranno probabilmente uscire (a quali condizioni?) ma saranno accolte nei piazzali di carico e scarico esterni? E viceversa, quante aziende di autotrasporto esterne manderanno i loro veicoli nella Zona Rossa col rischio di essere “marchiate” una volta fuori?
Questa situazione pone diverse domande: quando il Presidente del Consiglio ha firmato il decreto dell’8 marzo 2020 era ben consapevole delle conseguenze che avrà sull’intera filiera del trasporto delle merci e della logistica? Il Presidente del Consiglio sa che ormai tutte le filiere di approvvigionamento - sia del commercio al dettaglio, sia delle aziende produttive – hanno scorte limitate e si basano sul rifornimento just-in-time? Il Presidente del Consiglio sa che il 70% dell’autotrasporto internazionale che fa capo all’Italia viene svolto da camion stranieri? Il Presidente del Consiglio sa che la Zona Rossa attivata l’8 marzo comprende assi di trasporto nazionali e internazionali fondamentali per l’approvvigionamento della popolazione (basti pensare alle importazioni di latte e di carne), oltre che per alimentare la produzione industriale? Il Governo e la Protezione Civile hanno predisposto un piano per affrontare questa situazione fin da lunedì 9 marzo, quando migliaia di negozi, supermercati e impianti produttivi della Zona Rossa dovranno ricevere merce dall’esterno o dovranno inviarla fuori? Prima o poi il Governo dovrà rispondere a queste domande.