L’incubo del Brennero si è avverato l’11 marzo, quando le Autorità austriache hanno avviato i controlli sulla temperatura dei camionisti in ingresso dall’Italia, controlli che invece di essere mirati (come affermato da Vienna nei giorni scorsi) sono diventati sistematici. Secondo l’agenzia Ansa, ogni controllo richiede mediamente un minuto e mezzo. Sembra poco, ma moltiplicato per le migliaia di veicoli industriali che transitano significa ore di attesa. Inoltre pare che il trasporto di generi alimentari verso la Germania sia aumentato perché i tedeschi cominciano a preoccuparsi della Covid-19 e quindi hanno aumentato gli acquisti.
Il picco è avvenuto la mattina del 12 marzo, quando si è raggiunta una colonna di novanta chilometri e la stessa società Autobrennero ha scaglionato i camion più a valle. Il bilancio è che l’11 marzo sono passati in Austria duemila veicoli pesanti, contro i 4-5mila della media giornaliera.
Sul versante italiano si sono mobilitate la Confindustria e le associazioni dell’autotrasporto, che hanno chiesto con insistenza un intervento del Governo italiano su Vienna. “Con i controlli dell’Austria – con il fermo dei mezzi lungo i confini italiani e tedeschi (analogo provvedimento è stato preso anche sul confine nord austriaco) – si rischia un aumento vertiginoso della tensione tra gli autotrasportatori”, afferma Paolo Uggè, vice-presidente di Conftrasporto. Poi ammonisce che “il rischio concreto, abbiamo il dovere di evidenziarlo a maggior ragione in un momento così complicato, è di avere manifestazioni spontanee incontrollabili di protesta degli autotrasportatori, cosa che in questo momento sarebbe insostenibile per tutti noi compresi”.
Uggè ha chiesto al Governo d’intervenire subito e con forza bei confronti di Vienna “per tutelare gli interessi dell’Italia e soprattutto per cercare di rasserenare il clima già estremamente teso, individuando procedure più di controllo più snelle e potenziando i meccanismi attuali di controllo anche attraverso il coinvolgimento diretto del personale italiano”. Il vice-presidente di Conftrasporto conclude che “ben vengano i controlli ma non vorremmo che l’Austria approfitti della situazione, il che sarebbe a dir poco disdicevole considerato il clima di emergenza, per applicare quello che ha cercato di fare negli ultimi anni: il blocco del trasporto stradale”.
Nel pomeriggio del 12 marzo il ministero dei Trasporti ha diffuso un comunicato dove afferma che la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha chiesto alla sua omologa austriaca di ripristinare i traffici stradali e ferroviari, tenendo conto la maggior parte delle merci transita in Austria per la Germania e il Nord Europa. De Micheli ha anche scritto alla Commissaria ai Trasporti chiedendo l’intervento della Commissione Europea. “Ci aspettiamo entro questa sera il ripristino della normalità da parte dell’Austria, essendo totalmente ingiustificate le misure adottate”, ha concluso la ministra.
Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha comunicato all'Austria di essere pronto a prendere provvedimenti analoghi per i veicoli in ingresso in Italia e ha concordato con la ministra dell’Interno Lamorgese l’avvio di alcune verifiche. Dalle prime informazioni, sembra che dopo questa presa di posizione Vienna avrebbe accelerato la velocità dei transiti dei veicoli industriali in ingresso e nel pomeriggio del 12 marzo non si registrano code tra Bolzano e il Brennero. L'Austria non è però l’unico Paese che sta attuando controlli, e quindi rallentando il flusso del trasporto. Anche la Slovenia ha avviato controlli alla frontiera con l’Italia, mentre la Croazia ha bloccato alla frontiera i prodotti alimentari italiani.