In controtendenza con la crisi dei trasporti internazionali su strada legata all’epidemia del coronavirus, la svolta è arrivata l’11 marzo 2020 quando il primo treno merci ha lasciato la stazione di confine con la Slovenia di Villa Opicina per giungere al porto di Trieste. Anche considerando il particolare contesto attuale non sarebbe una notizia da registrare, se non fosse che questo convoglio ha percorso per la prima volta un tratto di una celebre linea storica conosciuta come Transalpina, da poco riaperta all’esercizio.
Il merci, lungo 540 metri e con una massa di 1350 tonnellate, ha impegnato agevolmente in discesa (si raggiunge il 25 per mille) i 14,4 km di linea tra Villa Opicina e Trieste Campo Marzio smistamento. Questo tracciato costituisce un itinerario alternativo che collega direttamente lo scalo merci di Trieste Campo Marzio con la stazione di Villa Opicina evitando quindi ai convogli merci interessati la necessità di percorrere la linea Trieste-Venezia fino al Bivio D’Aurisina e da qui risalire verso la stazione di confine.
Questo tratto della Transalpina, chiuso all’esercizio da sei anni, è stato completamente rinnovato da Rfi con un investimento di nove milioni di euro e un impegno per le ditte appaltatrici di mille giornate lavorative/uomo. Questi investimenti sono la risposta al crescente interesse per i trasporti su ferro da parte del porto di Trieste.
Nel 2019 lo scalo giuliano ha movimentato diecimila treni, portando al 56% il traffico container trasportato per ferrovia verso l’entroterra. Ma numeri significativi sono arrivati anche dall’intermodale strada/rotaia: il 29% di tutti i veicoli industriali imbarcati o sbarcati a Trieste (principalmente da e verso la Turchia) sono stati trasferiti come semirimorchi sui carri ferroviari. Notevoli gli investimenti previsti per rafforzare ulteriormente la capacità ferroviaria a servizio del porto. Si parte con il nuovo scalo potenziato di Campo Marzio dove saranno spesi dieci milioni di euro con i lavori già avviati, per arrivare alla nuova piattaforma logistica da oltre 130 milioni come prima fase.
Piermario Curti Sacchi