La Filt Cgil prosegue la mobilitazione nella piattaforma Amazon di Torrazza Piemonte, iniziata in concomitanza con l’esplosione della pandemia di Covid-19. Nell’impianto lavorano 1200 persone e il sindacato afferma che l’azienda non offre trasparenza e un’adeguata prevenzione contro la malattia. Secondo la Filt, quattro lavoratori avrebbero contratto la Covid-19, ma non sa in quali reparti e turni operavano, perché l’Azienda non avrebbe fornito questa informazione. Inoltre, il sindacato ha informato il Prefetto di Torino i pericoli per la salute dei lavoratori.
Nell’ambito di questa vertenza, la Filt ha proclamato uno sciopero a Torrazza Piemonte di tutto il personale, sia operativo, sia dell’amministrazione, cui avrebbe aderito la metà del personale, secondo la sigla sindacale L’azienda replica che i rischi per i lavoratori sono bassi e che tiene sempre sotto controllo la situazione: “Svolgiamo controlli sulla temperatura prima che le persone entrino nei nostri siti e stiamo mettendo a disposizione del personale mascherine chirurgiche nelle sedi in cui è richiesto dai provvedimenti vigenti. Negli altri siti le mascherine sono messe a disposizione per chi volesse una protezione supplementare, in base alla possibilità di approvvigionamento”, ha dichiarato.
Anche nell’altro versante delle Alpi Amazon sta affrontando le conseguenze del coronavirus. Dopo un ricorso presentato da alcuni lavoratori, un Tribunale francese ha ordinato alla società di limitare il commercio online solamente ai prodotti ritenuti essenziali, ossia alimentari, dispositivi medici e igiene personale. Amazon ha risposto sospendendo tutte le attività di sei piattaforme logistiche, almeno fino al 20 aprile. Il responsabile per la Francia, Frédéric Duval, ha spiegato che le indicazioni fornite dal Tribunale sono vaghe e le sanzioni (un milione di euro al giorno per infrazioni) troppo elevate.