Se il coronavirus ha abbattuto il trasporto aereo di passeggeri, non ha risparmiato quello delle merci, almeno in Italia, che a marzo è crollato del 33,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, sommando in tutti gli aeroporti 64.266 tonnellate (dati Assaeroporti). Lo scalo più colpito, in termini di tonnellaggio, è Malpensa, che è anche quello che muove la maggior parte del cargo italiano, che a marzo ha movimentato 36,016 tonnellate, con una riduzione del 28,8%.
Ancora peggio, in termini percentuali, è andata alla seconda cargocity, quella di Roma Fiumicino, che ha trattato 7117 tonnellate, ossia il 55,6% in meno di marzo 2019. Viceversa, Roma Ciampino con le sue 1602 tonnellate guadagna il 3%. Anche Brescia segna un valore positivo, di ben il 19,1%, portandosi a 2479 tonnellate. Gli altri importanti aeroporti italiani per le merci sono Bologna (3483 tonnellate, -23,2%), Pisa (1079 tonnellate, +4%) e Venezia 3379 tonnellate, (-32%).
Considerando il primo trimestre, gli aeroporti italiani hanno movimentato 220.600 tonnellate, con una flessione del 13,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’anno è iniziato in modo stabile, con un lieve aumento a gennaio (+0,2%), ma già a febbraio è arrivato l’effetto Covid-19, anche se dovuto in prevalenza alla sua diffusione in Cina, portando un calo del 2,2%. Ma è stato appunto a marzo che il virus ha travolto la Penisola, chiudendo attività produttive e lasciando a terra centinaia di aerei passeggeri, con la loro stiva belly. In termini di tonnellaggio, la perdita di quota è evidente nei primi tre mesi: 80,5 tonnellate a gennaio, 75,9 a febbraio e 64,3 a marzo. Con previsioni fosche anche per aprile.