Tira aria di tempesta sull’autotrasporto di container nel porto di Genova, dopo la richiesta avanzata da qualche committente ai vettori primi, e da questi ai loro subvettori, di una riduzione delle tariffe di trasporto del due percento. Il motivo è che è diminuito il prezzo del gasolio, ma gli autotrasportatori hanno alzato immediatamente le barricate e il 18 maggio 2020 la Fai di Genova ha diffuso un comunicato in cui afferma che “ la remunerazione oggi riconosciuta risulta essere al di sotto dei costi di riferimento sotto ai quali non viene garantita la sicurezza come peraltro stabilito dal ministero dei Trasporti”. La nota ammonisce che “se le richieste fossero reiterate, senza alcun indugio, le associazioni firmatarie di questo documento decideranno di assumere, previo un passaggio con la categoria, le iniziative meglio viste per la tutela degli interessi e della salute degli associati”.
Sentendo gli autotrasportatori genovesi, oggi il costo medio dell’autotrasporto container da e per Genova oscilla da 1 euro e 1,18 euro al chilometro e una riduzione del due percento comporterebbe una diminuzione in fattura tra 5 a 7 euro a viaggio, secondo le destinazioni. Sembra poco, ma moltiplicato per un anno, significa perdere 1400 euro a veicolo e moltiplicando questa cifra per il numero dei camion in flotta, si possono raggiungere cifre elevate. Considerando anche il forte calo della domanda di trasporto container, che solo nelle prime due settimane di maggio è stimato intorno al 40%, ciò causerebbe notevoli perdite per gli autotrasportatori.
A proposito dei costi, gli autotrasportatori evidenziano non solo che a fronte di un leggero calo del gasolio sono aumentati quelli fissi, sia perché aumentano le percorrenze a vuoto, sia a causa delle precauzioni contro il coronavirus, che comportano esborsi per i dispositivi di protezione degli autisti e la sanificazione dei veicoli. La nota della fai termina con una considerazione: “Ci asteniamo di commentare in merito alle irresponsabilità e al coraggio della committenza a richiedere una diminuzione della tariffa anziché riconoscere i grandi meriti che la collettività ha attribuito al settore riconoscendo i sacrifici sostenuti nel continuare a garantire i servizi nonostante gli incredibili disagi”.