L’inchiesta che ha portato all’arresto di sei persone il 19 maggio 2020 è iniziata col sequestro a Mossa, in provincia di Gorizia, di un capannone dove erano illegalmente stoccate 4500 tonnellate di rifiuti speciali. Si trattava di balle reggiate di un metro cubo ciascuna contenenti rifiuti plastici provenienti da un impianto di recupero della provincia di Belluno e da un’area dismessa di Borovnica, in Slovenia. Il capannone era intestato di due società con sede a Napoli e Gorizia. I rifiuti erano trasportati da camion sloveni ed entravano da un varco di accesso laterale, parzialmente coperto da vegetazione.
I veicoli industriali scaricavano nel deposito soprattutto all’alba e i Finanzieri hanno documentato il traffico veicolare grazie all’uso di droni, che hanno seguito gli automezzi dall’ingresso in Italia fino allo scarico. Al termine dell’indagine, Il Gip di Trieste di ha disposto sei arresti per traffico illecito di rifiuti a carattere transnazionale e il sequestro di loro beni per un valore di un milione di euro per compensare il danno al Comune di Mossa per abbandono di rifiuti. Il Gip ha anche rilevato il sospetto della presenza della criminalità organizzata in questo traffico.