Il 15 giugno 2020 proseguiranno le trattative per trovare un accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea attraverso una teleconferenza al vertice, ossia tra il premier Boris Johnson e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Il loro compito sarà sbloccare lo stallo che finora non ha portato alcun passo in avanti nei negoziati. Non si sa se verrà raggiunta un’intesa, oppure se dal primo gennaio 2021 il Regno Unito uscirà con la hard Brexit. In tutti i casi, Londra ha dichiarato che non chiederà l’estensione dell’attuale regime transitorio.
Però il Governo britannico ha annunciato che durante i primi sei mesi del 2021 le merci in ingresso nel Regno Unito subiranno controlli più leggeri di quelli che lo stesso Governo aveva anticipato lo scorso febbraio. In pratica, i controlli saranno introdotti da gennaio a luglio e sarà rinviato il pagamento delle tariffe doganali. Lo ha fatto per un atteggiamento “pragmatico e flessibile” nei confronti delle proprie imprese, che vorrebbero una proroga del regime transitorio in attesa di un accordo commerciale con l’UE. Bruxelles, invece, ha già comunicato che non intende applicare una misura reciproca, quindi avvierà controlli rigorosi sulle merci che entreranno dal Regno Unito.
Quindi, a gennaio i controlli britannici saranno focalizzati su alcune merci, come alcol, tabacco, animali vivi o certe piante e da aprile saranno estesi ai prodotti di origine animale, come carne, latte e uova. Da luglio, i controlli, le dichiarazioni e i dazi comprenderanno tutte le merci. Il Governo britannico ha annunciato le realizzazione di strutture per svolgere i controlli, compresi quelli sanitari e fitosanitari, sia nei porti, sia nell’entroterra. Queste misure sono state apprezzate dall’associazione dei trasportatori britannica Freight Transport Association.