Il 17 giugno 2020 il presidente di Confetra, Guido Nicolini, ha incontrato a Villa Pamphilj il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri dei Trasporti, Paola De Micheli, e dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, per portare le considerazioni e le proposte della confederazione del trasporto nell’ambito degli Stati Generali dell’Economia. L’intervento di Nicolini è stato ampio e articolato, toccando vari punti relativi al trasporto merci e alla logistica. Una delle questioni che sta tornando d’attualità, dopo un periodo di letargo causato da diverse sentenze di tutti i gradi (compreso quello europeo), è quella dei costi minimi dell’autostrasporto, che le associazioni degli autotrasportatori hanno posto in cima alle richieste che in questo periodo stanno presentando alla ministra dei Trasporti.
Com’era facilmente prevedibile, tale richiesta sta suscitando (come in passato) la reazione delle varie anime della committenza, che su questo argomento non hanno mai voluto cedere. E l’eco dei costi minimi è risuonato anche a Villa Pamphilj e nel successivo commento di Nicolini, secondo cui “costi minimi, sovvenzioni, sconti o altre proposte novecentesche” al massimo “consentirebbero la stentata sopravvivenza delle nostre imprese” ma non servono per affrontare l’attuale fase, in cui il mondo “ si riorganizza attorno alla Logistica quale pilastro dei nuovi rapporti di forza geoeconomici”. Parole che saranno commentate e prefigurano la riapertura di uno scontro con l’autotrasporto.
Ma l’intervento di Nicolini è stato ben più ampio di questa vertenza tra categorie della filiera logistica e Confetra ha presentato al Governo un ampio pacchetto di proposte, che si articolano su tre piani d’azione. “C’è anzitutto un’emergenza infrastrutturale non più tollerabile: opere al rallentatore, cantieri bloccati, Genova e la Liguria paralizzate e isolate, il Mezzogiorno disconnesso, troppi porti ed aeroporti con gravi problemi di accessibilità stradale e ferroviaria”, spiega Nicolini. “C’è poi un’emergenza semplificazioni: abbiamo avanzato venti proposte normative specifiche per rendere più fluido il flusso delle merci e più facile la vita ai vettori. Basti pensare che in tema di spedizioni, il cuore pulsante della logistica moderna, si fa ancora riferimento al Regio Decreto del 1942”. Il terzo elemento è l’avvio di una politica industriale per la logistica.
Nicolini ha posto l’attenzione anche sulla dimensione delle imprese italiane: “Abbiamo 95 mila imprese, il 90% delle quali ha meno di 5 milioni di fatturato e meno di 9 addetti. La prevalenza dei contratti di trasporto è franco destino, non abbiamo né campioni nazionali di dimensioni globali né un tessuto vasto e solido di piccole e medie imprese capaci di essere leader continentali. Si investe poco in trasferimento tecnologico ed innovazione, anche perché il costo fiscale del lavoro divora i nostri bilanci. Il semplice trasporto fisico della merce, a basso valore aggiunto di know how, è vittima di ribassi di tariffe insostenibili e tra l’altro esportiamo ed importiamo il 70% dei volumi complessivi in un raggio di 3 mila chilometri: praticamente due volte la distanza tra Milano e Catania”.
Le sfide globali da affrontare sono diverse e comprendono la Via della Seta alla guerra dei dazi, la Brexit, la Rotta Artica, il dibattito sulle reti 5G. Più che i costi minimi, conclude il presidente di Confetra, bisogna pensare a un Pacchetto Servizi 4.0 “che abbatta il cuneo fiscale, sostenga gli investimenti innovativi e digitali, incentivi i contratti franco destino, spinga verso le integrazioni tra imprese, supporti la capitalizzazione delle stesse, agevoli la formazione permanente ed il passaggio generazionale”.