Da tempo il porto di Rotterdam ha digitalizzato le procedura per il ritiro di un container da parte degli autotrasportatori. Oggi, in pratica, la compagnia di navigazione trasmette l’autorizzazione al carico allo spedizioniere, che a sua volta gira l’ordine all’impresa di autotrasporto. Quando entra nel terminal, l’autista del camion deve digitare un codice pin. Un sistema che da noi sarebbe considerato all’avanguardia, ma che nel porto olandese è ritenuto ormai obsoleto e da sostituire con una soluzione più sicura, basata sulla tecnologia blockchain, denominata Secure Container Release.
A luglio 2020 è iniziata la sperimentazione operativa della Secure Container Release per sostituire il sistema con codice pin con un segnale digitale. Questo progetto pilota durerà tre mesi e coinvolge terminalisti, compagnie marittime e spedizionieri: Cma-Cgm, Hapag-Lloyd, Msc, One-Line, Hutchison Ports Ect Rotterdam, Rotterdam Fruit Wharf, Milestone Fresh, Vto, Portmade, nonché lo sviluppatore di applicazioni T-Mining. "Sfruttando le nuove tecnologie, possiamo rendere le nostre operazioni portuali più intelligenti, più rapide, più efficienti e più sicure”, spiega Emile Hoogsteden, direttore del Commercio dell'Autorità portuale di Rotterdam. “L'attuale progetto pilota è un buon esempio. Nel corso di questo progetto, i diversi partecipanti utilizzeranno un'applicazione blockchain che consente loro di organizzare in modo sicuro ed efficiente la procedura di rilascio eseguita dalle varie parti della catena".
Durante questa sperimentazione, i diritti di prelievo per l'importazione di container saranno convertiti da un codice pin in un token digitale con l'aiuto di un'applicazione blockchain. Si può paragonare a una corsa a staffetta: il token è una sorta di autorizzazione digitale che può attraversare i diversi anelli della filiera e la tecnologia blockchain impedisce che sia rubata o copiata lungo il percorso. Per ogni spedizione c'è un solo token e il terminalista può verificare che sia consegnato all’autista giusto. Inoltre, il sistema non rivela all’attuale detentore del token chi lo aveva avuto prima, evitando così la divulgazione d’informazioni commerciali. Il progetto ha lo scopo di trovare la migliore soluzione per la sicurezza dalla compagnia di navigazione fino al destinatario finale del container.